NICOLETTA CURIEL: CANTO PER LA MUSICA NON PER L'IMMAGINE

Nicoletta Curiel è oggi una bella signora che guarda con distacco al mondo dell’opera. “Non lo rimpiango” racconta “è diventato qualcosa di molto diverso da quello che ho incontrato giovanissima. E’ un mondo sterile in cui il cantante fa un mestiere non al servizio della musica, ma della propria immagine. Per carità, non ho problemi con la mia immagine. Non sono più una ragazzina ma mi mantengo piuttosto bene…”.
Nicoletta Curiel con Alessio Colautti
In effetti, Nicoletta Curiel è in gran forma. L’incontro in un locale del centro di Trieste dove spesso fissa appuntamento agli amici.
L’ho coinvolta in un progetto editoriale che riguarda una sua collega e questa è la scusa per cui ci siamo fatti una lunga chiacchierata.
Da sinistra, Pier Paolo Bisleri, Giulio Ciabatti, Rino Alessi e
Nicoletta Curiel presentano "Madama Butterfly" al Ridotto
Ci conosciamo da una vita.
Sapendo che il suo debutto alla Scala fu sotto la direzione di Giuseppe Patanè, le ho portato in omaggio il volume “Giuseppe Patanè, la bacchetta dell’anima” che ho curato per L’Orto della Cultura. Lo vede ed è raggiante. “Pippo! Un mio grande amore…”
Da poco si è ripresentata in concerto alla Sala Tripcovich con lo spettacolo-concerto “Natale tra Vienna, Trieste e New York” promosso dal Comune e inserito nel cartellone “Trieste... Un Natale magico”.
Era accanto ad Alessio Colautti, alla giovane Alessandra Padricello, accompagnati al pianoforte da Marco Ballaben, al violino da Fabio Alberti, al basso da Andrea Zulian e alle percussioni da Paolo Muscovi. Uno spettacolo che l’ha riportata in palcoscenico dopo una lunga assenza e con cui si è presentata anche a Budapest “città che non conoscevo e che mi è piaciuta tantissimo.“.
Un bel ritratto dell'artista triestina
Nicoletta Curiel è impegnata in questo momento nella dolorosa elaborazione di un lutto. Lo fa, da donna intelligente, con estrema determinazione. La musica la sta aiutando a uscire da un periodo buio. Ma non è di quello che vuole parlare, semmai dei tanti progetti che ha in mente per tornare ai concerti e alla musica.

“Vorrei creare un gruppo con dei colleghi che, come me, abitano a Trieste per fare musica. Dopo tanti anni in cui ho vissuto prima a Roma e poi a Firenze, sono tornata alle origini: ci sono i miei fratelli e mi fa piacere tenere vivo il nostro rapporto.”.

“Sono violoncellista di formazione, mi sono diplomata al Conservatorio Tartini sotto la guida severa di Libero Lana. E’ a quella scuola che ho imparato a essere io, strumentista, al servizio della musica. Poi la vita mi ha portato al canto e all’opera, ma è stato un po’ per spirito di emulazione – mio padre era direttore d’orchestra, mia madre pianista e mio fratello cantante – un po’ per caso.”
Il mezzosoprano in concerto

Il debutto, alla Piccola Scala fu con il Farnace di Vivaldi nell’ambito dei corsi di perfezionamento dell’Aslico tenuti da Leyla Gencer.
“La mia gavetta l’ho fatta lì. Poi dalla Piccola sono passata alla grande Scala nella Cavalleria rusticana diretta da Patanè in cui ero Lola.”
Vennero poi una lunga collaborazione con Riccardo Muti, la prima Suzuki di Madama Butterfly con Gianandrea Gavazzeni. Andò bene. Talmente bene che fu scelta dall’Opéra di Parigi per interpretare Suzuki alla Bastille. “Due mesi di prove con Bob Wilson che mi ha fatto ripensare al mio modo di stare in palcoscenico e mi ha chiesto rigore e sobrietà.”
Madama Butterfly è anche l’ultima opera che suo padre, Glauco Curiel, diresse al Teatro Verdi prima dell’incidente che gli costò la vita.
“Ne ho un ricordo netto anche se ero una bambina. Il bonzo mi fece paura e del tenore m’innamorai perdutamente…”
In questa "Traviata" diretta da Riccardo Muti
Nicoletta Curiel interpreta Flora

Che cosa significa essere musicista e non semplicemente cantante?
“Tutto. Significa poter spaziare e quindi privilegiare la musica. Significa affrontare repertori diversi da Schönberg a Puccini, dall’operetta a Mozart, da Rossini ai contemporanei.”.

Il suo futuro lo vede ancora nella musica, Nicoletta Curiel?
“Certo, ma non nell’opera, nei concerti. Devo studiare dei programmi che mi stimolino e mi rimettano in moto. La voglia di ricominciare c’è.”

Auguri Nicoletta buona musica!

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