E VIOLETTA MUORE SOLA: SUCCESSO AL COMUNALE DI BOLOGNA DELLA TRAVIATA CON I GIOVANI DI OPERA NEXT

Con La Traviata presentata d’estate in un allestimento rodato e con interpreti giovani, il Teatro Comunale di Bologna chiude la programmazione lirica per il 2016/2017 e prosegue dopo il successo del Don Pasquale e delle Nozze di Figaro nelle scorse stagioni, il progetto Opera Next, che vede nuovamente impegnati alcuni talentuosi interpreti provenienti dalla sua Scuola dell’Opera.
Poche ore prima il Sovrintendente Nicola Sani, il Direttore musicale Michele Mariotti che aveva portato al successo quest’allestimento in due stagioni, 2010 e 2012, e Fulvio Macciardi della Scuola dell’Opera avevano anticipato le grandi linee della stagione lirica 2018 che s’inaugurerà nel gennaio del prossimo anno con La Bohème. “Andiamo sul sicuro” aveva detto Macciardi “con titoli del grande repertorio e per Opera Next con recite estive a prezzi popolari. E’ nella linea di un teatro creare nuove strade per rinsaldare il rapporto con la cittadinanza.”.
Le prove de La traviata di Giuseppe Verdi nella produzione firmata da Alfonso Antoniozzi, con le scene e i costumi del Teatro Comunale e le luci di Andrea Oliva sono state aperte al pubblico: “La gente è rimasta incuriosita e ha risposto bene.”. Il cast è composto per buona parte da artisti provenienti dalla Scuola dell'Opera, a cominciare dalla protagonista Marta Torbidoni che è Violetta e ha la responsabilità di misurarsi con le precedenti interpreti di questo personaggio simbolo della femminilità offesa, Mariella Devia e Yolanda Ayuanet.
L'Orchestra e il Coro, quest’ultimo preparato da Andrea Faidutti, sono diretti molto bene da Hirofumi Yoshida. E rispondono bene agli stimoli che, dal podio, arrivano dal giovane maestro giapponese. La prima, molto pubblico in sala e molto caloroso, è stata trasmessa in diretta su Rai Radio3. “Paradossalmente” racconta Antoniozzi, qui in veste di regista “è proprio la popolarità della Traviata il più grosso ostacolo di costruzione registica: si rischia di non guardare al libretto e alla musica con l’attenzione e la sorpresa che si dedicherebbero a un lavoro meno insito nel nostro DNA musicale. La Traviata mette alla berlina l’impossibilità di una parte della società a riconoscere il diverso da sé come uguale, capace di uguali sentimenti, di uguali sofferenze, di uguali speranze, di uguali sogni.”. Ambientato negli anni Cinquanta del Novecento, con chiari rimandi al cinema di Federico Fellini e a un realismo tipicamente borghese, lo spettacolo diretto da Antoniozzi mette l’accento sulla solitudine della protagonista, che nel terzo atto diventa esistenziale e metafisica.
Nel primo atto, si sposa bene con l’esecuzione musicale che evidenzia la volgarità, anche musicale, di un ambiente, il demi-monde parigino qui trasformato in un grande salotto romano da dolce vita, che fa da cornice alla purezza dei sentimenti di Violetta e alla sua inquietudine esistenziale. Nel seguito dell’opera, complice anche l’inadeguatezza dell’interprete di Germont padre, questa dicotomia sfugge un po’ di mano a tutti in palcoscenico ma ritorna prepotentemente nell’ultimo atto in cui Violetta muore sola. Tutto quello che accade attorno a lei, è frutto della sua immaginazione di donna che va via, in attesa che la società le conceda una redenzione che non arriverà mai. Detto dell’ottima prova offerta dalla protagonista, Marta Torbidoni, interprete sensibile, intensa e musicale di Violetta, detto delle buone capacità dell’Alfredo di Mauro Ciaponi,
non resta che porre l’accento sul buon rendimento di tutti gli altri, dalla Flora sporcacciona di Aloisa Aisemberg, all’Annina manageriale di Erika Tanaka, mentre il bel colore del basso Nicolò Donini dà bel rilievo alle frasi del Dottor Grenvil nell’ultimo atto. Si è detto del successo, ma va sottolineato che Opera Next fa parte di una serie di progetti della fase più recente nella vita della Scuola dell’Opera. Ne sono protagonisti un gruppo scelto di giovani selezionati per un corso che ha come oggetto lo studio intensivo del repertorio e in particolare dei ruoli di una specifica opera: La Traviata quest’anno, I Capuleti e i Montecchi di Bellini il prossimo. Il corso si conclude con la messa in scena dell’opera stessa presso il Teatro Comunale di Bologna o presso i teatri partner dell’iniziativa, per Bellini l’Opera di Tenerife. Sono iniziative parallele al normale corso di studi e nate soprattutto dalla forte volontà di collaborazione tra importanti teatri e istituzioni. Il valore artistico dello spettacolo realizzato è nella linea della tradizione della Scuola dell’Opera, impegnata costantemente nella formazione professionale e nella promozione di quei talenti che caratterizzeranno il panorama lirico italiano. A conferma dell’alto livello degli insegnamenti e della composita preparazione degli studenti, l’ente di formazione bolognese diretto da Fulvio Macciardi ha ottenuto l’accreditamento per lo spettacolo dal vivo presso la regione Emilia Romagna, grazie al quale il Teatro Comunale ha potuto ottenere l’attribuzione di fondi volti alla realizzazione di nuovi percorsi formativi dedicati all’alto perfezionamento e all’avviamento professionale della figura del maestro collaboratore e a quella del cantante lirico. I corsi della Scuola dell’Opera del Teatro Comunale di Bologna sono, da sempre, totalmente gratuiti. Tale politica permette di selezionare liberamente i candidati più meritevoli, sia italiani sia stranieri, dando loro la possibilità di migliorare le proprie competenze e superare la distanza che separa lo studio dalla vita lavorativa. Le carriere avviate sono state moltissime, pensiamo fra i direttori d’orchestra a Giacomo Sagripanti, anche grazie alle importanti collaborazioni internazionali con altri teatri e istituzioni, i successi degli ex alunni del Teatro Comunale sono riconosciuti in tutto il mondo. di Rino Alessi 12/06/2017 bellaunavitaallopera.blogspot.com Foto: Rocco Casaluci Info: www.comunalebologna.it

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