UN SAN VALENTINO CON LA MUSICA RUSSA AL TEATRO VERDI DI TRIESTE: GRANDE SUCCESSO PER LA VIOLINISTA ANNA TIFU E IL MAESTRO ANISSIMOV

Approfittando della sua presenza a Trieste per la direzione di Boris Godunov, la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi ha impegnato il Maestro Alexander Anissimov anche nel quarto Concerto della Stagione sinfonica 20129/2020. In programma, anche in quest’occasione, musiche dell’importante repertorio russo per una serata molto riuscita che il pubblico, non foltissimo, ma molto attento e partecipe, ha gradito molto. Dello stesso autore di Boris Godunov, Modest Petrovič Musorgskij si è ascoltata la breve Ouverture dall’opera La Chovanščina, sorta di aperitivo musicale della serata che vedeva al suo centro l’esecuzione del Concerto in re minore per violino e orchestra di Aram Il’ič Khačaturjan, solista d’eccezione la giovane italo-rumena Anna Tifu, e nella seconda parte l’imponente Quinta sinfonia in re minore di Dmitrij Dmitrevič Šostakovič. Come dire, un programma Made in Russia per un grande specialista della musica del suo Paese che, al suo debutto sul podio dell’Orchestra stabile del Teatro Verdi, già ci aveva bene impressionato nel cimento operistico. Qui, però, le capacità d’interagire con una compagine orchestrale come quella della Fondazione triestina, che si è presentata all’appuntamento molto ben preparata, si sono rivelate appieno e il Maestro, che è Direttore Principale dell’Orchestra Nazionale Sinfonica della Bielorussia, ha saputo creare il clima giusto per galvanizzare gli strumentisti e ottenere da loro coesione e affiatamento.
Anissimov ha riscaldato l’atmosfera con le sonorità sognanti e nostalgiche dell’ouverture de La Chovanščina che anticipano il canto dolente della veggente Marfa (a quando una ripresa al Teatro Verdi?), per poi seguire il virtuosismo vorticoso e trascendentale di Anna Tifu nelle evoluzioni acrobatiche che Aram Il’ič Khačaturjan affida al suo strumento nel suo bel concerto per violino e orchestra. Scritto nel 1940 per David Oistrach, il brano tripartito rappresenta un momento di grande felicità creativa per un musicista che è considerato la figura di maggiore importanza tra i compositori della Russia sovietica e che fu, a differenza di Šostakovič, ben integrato nel sistema culturale staliniano. Nato per esaltare virtuosismo e musicalità del solista, il concerto in re minore è caratterizzato dagli spunti melodici tratti dal folklore dell’Armenia, patria del compositore. Anna Tifu, cagliaritana doc, vincitrice nel 2007 del prestigioso concorso internazionale “George Enescu” di Bucarest, è considerata allo stato attuale una delle migliori interpreti della sua generazione. L’ha confermato l’altra sera ottenendo dal suo Stradivari “Maréchal Berthier” 1716 ex Napoleone della Fondazione Canale di Milano un suono vivido, brillante, capace di sostenere arcate ampie per inerpicarsi nei registri più acuti dello strumento quasi alla ricerca della purezza assoluta, per poi abbandonarsi al virtuosismo più spericolato in un gioco di rimandi con l’orchestra che il Maestro ha ben saputo controllare. Bambina prodigio, Annas Tifu vinse a otto anni il primo premio con Menzione speciale di merito alla Rassegna di Vittorio Veneto e debuttò a undici come solista con l’Orchestre National des Pays de la Loire, e a dodici alla Scala con il Concerto n. 1 di Max Bruch.
L’altra sera ha talnente entusiasmato il pubblico triestino ed è stata applaudita con tale calore, da regalargli due bis, due chicche musicali di cui non ha voluto rivelare l’identità. Nella seconda parte della serata, interamente dedicata alla Quinta sinfonia in re minore di Dmitrij Dmitrevič Šostakovič il pubblico è stato catturato dall’imponenza della struttura di un brano che l’autore concepì come ammenda alle critiche che la Pravda, in un articolo che la vulgata vuole dettato da Stalin, mosse alla sua trasgressiva Lady Macbeth del distretto di Mzensk. La prima esecuzione, avvenuta a Leningrado il 21 novembre del 1937, nel ventesimo anniversario della Rivoluzione d’ottobre, ottenne il successo trionfale e la riabilitazione che l’autore cercava. Ottimismo e angoscia coesistono in questa sinfonia che, rispettando le forme convenzionali funzionali alla celebrazione del regime, arrivano quasi a farne la satira esasperandone le strutture. L’esecuzione dell’altra sera al Teatro Verdi, in ogni caso, è stata di grande impatto; Anissimov l’ha governaata con la calma dei forti ottenendo dall’Orchestra del Verdi energia, dinamismo, suono poderoso e grande affiatamento fra sezioni. E’ stata un’esecuzione coinvolgente che il pubblico ha molto festeggiato con applausi scroscianti al Maestro, all’Orchesttra e alle sue prime parti. 14 febbraio. di Rino Alessi. Foto: Fabio Parenzan. bellaunavitaallopewra.blogspot.com

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