IL RECITAL PIANISTICO DI NIKOLAY KHOZYAINOV “ATTORNO” A BEETHOVEN. Giovedì 25 giugno, alle 21.30 alla Rocca Brancaleone di Ravenna pagine di Schumann, Chopin, Mendelssohn-Bartholdy e Liszt

“Cosa si può fare dopo Beethoven?” s’interrogava il quindicenne Schubert, negli stessi anni in cui il compositore di Bonn raggiungeva l’apice della propria creatività; nel vero dopo-Beethoven, a quindici anni dalla sua morte, alcuni fra i maggiori pianisti e compositori viventi contribuiscono a un Album beethoveniano collettivo, destinato a finanziare il primo monumento in onore del compositore nella sua Bonn. Fra pagine di Chopin, Mendelssohn-Bartholdy, Liszt e Schumann si sviluppa l’itinerario di Omaggi a Beethoven, in programma giovedì 25 giugno, alle 21.30, alla Rocca Brancaleone, primo degli appuntamenti di Ravenna Festival per celebrare il 250° anniversario della nascita del compositore. Al pianoforte Nikolay Khozyainov, che da enfant prodige del Conservatorio di Mosca, nella cui Sala Grande ha debuttato a sette anni, è diventato un virtuoso che coniuga una tecnica magistrale a un genuino interesse per tutti i colori dello spartito. “Nemmeno Schumann rimase da parte – spiega Nikolay Khozyainov, riferendosi alla Fantasia in do maggiore op. 17, fra le pagine in programma – Nella sua Fantasia fonde la venerazione per Beethoven alla traboccante passione per Clara Wieck, duramente osteggiata dal padre di lei. Al termine del primo movimento, cita un Lied di Beethoven tratto dal ciclo An die ferne Geliebte (All’amata lontana): “Nimm sie hin denn, diese Lieder” (“Accetta, dunque, questa canzone”).
Il momento è uno dei più commoventi della composizione e subito prima suonerò il Lied nella trascrizione per pianoforte di Liszt. Nell’interpretare la Fantasia, ispirata dal sentimento più intenso provato da Schumann, ho l’impressione che tutta la tua vita ti passi davanti agli occhi: i dubbi, le disperazioni, le ansie, la felicità... Quando suono questo capolavoro dimentico qualsiasi altra cosa al mondo”. Henselt, Döhler, Mendelssohn, Moscheles, Kalkbrenner, Czerny, Taubert, Thalberg e le “star” dei salotti Liszt e Chopin: ecco gli altri campioni della memoria di Beethoven, le firme dell’Album del 1842, il cui ricavato - milletrecento talleri - contribuisce alla costruzione della statua che ancora oggi troneggia nella Münsterplatz di Bonn. A sollecitare l’impresa è un editore italiano trasferitosi a Vienna, Pietro Mechetti; italiano anche lo scultore Lorenzo Bartolini, cui è commissionata la statua (la sola condizione che Liszt pone al proprio coinvolgimento). In fondo la vita stessa di Beethoven, il primo grande musicista a mettersi “in proprio” dialogando alla pari con principi e arciduchi, aveva indicato la strada verso l'autonomia creativa, situazione favorita dalla nascente editoria musicale: Mechetti è un esempio perfetto del nuovo che avanza, in grado di pensare in grande e incoraggiare i maggiori compositori del tempo, smussandone le rivalità, a contribuire a un Album alla memoria di Beethoven. Il monumento fu inaugurato nel 1845 per il settantacinquesimo compleanno del compositore e per il primo festival a lui dedicato.
Altri centosettantacinque anni sono trascorsi da quel giorno e Beethoven è ancora uno dei grandi padri della musica: imprescindibile, inevitabile, prepotentemente radicato nell’immaginario del genio musicale e dell’artista “eroico”, estremamente e profondamente influente su tutta la musica che è venuta dopo. Ravenna Festival lo celebra attraverso più concerti, compreso questo recital “attorno a Beethoven”. Di Liszt le due trascrizioni in programma, oltre a quella del Lied da An die ferne Geliebte anche quella dell’Allegretto della Settima, parte del monumentale progetto delle trascrizioni per piano delle Sinfonie di Beethoven. Nel Preludio in do diesis minore, op. 45, Chopin non si affida a rimandi concreti ma rende omaggio al titano con uno fra gli esiti più alti della propria scrittura; un tono intimo e pensoso, una cadenza squisita - tutta in pianissimo e leggerissima. Le composizioni più originali della raccolta si devono forse a Mendelssohn-Bartholdy, con le sue magnifiche Variations sérieuses, op. 54, e a Schumann, rappresentato nel programma anche dagli studi in forma di variazione su un tema di Beethoven, con la Fantasia.
Classe 1992, Nikolay Khozyainov è originario di Blagoveščensk, città dell’estremo oriente russo che fu parte della Cina imperiale. Ha iniziato a studiare pianoforte a cinque anni, a sette era già allievo della Scuola Centrale del Conservatorio Čajkovskij di Mosca, dove ha completato gli studi con la guida di Mikhail Voskresensky, interprete della grande tradizione romantica. A 18 anni Khozyainov è stato il più giovane finalista del Concorso Chopin di Varsavia, dove ha ottenuto una menzione speciale. Premi, negli anni, non sono mancati, così come i teatri da visitare (Carnegie a New York, Wigmore a Londra, Suntory a Tokyo per citarne alcuni) o le incisioni. Se la tecnica squisita permette a Khozyainov di superare le difficoltà pratiche poste da un pezzo, sono la sua sensibilità e intelligenza che gli permettono di sviluppare la musica in modo organico. 24/06 Foto di Marie Staggat. Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org Biglietti: primo settore 15 Euro, secondo settore 10 Euro, under 18 5 Euro L’appuntamento è in diretta streaming su www.ravennafestival.live (COMUNICATO STAMPA) bellaunavitaallopera.blogspotr.com

Commenti

Post popolari in questo blog

ADDIO A GIUSEPPE BOTTA, TENORE DAL TIMBRO INCONFONDIBILE E PRESENZA COSTANTE NEI CARTELLONI DEL TEATRO VERDI DI TRIESTE

ANDREA ZAUPA: UNA CARRIERA TRA CANTO, MEDITAZIONE E FOTOGRAFIA. INTERVISTA CON IL BARITONO VICENTINO CHE STA PER DEBUTTARE NEL PERSONAGGIO DI SCARPIA

E IL TROVATORE CONQUISTA POZZUOLO DEL FRIULI: prodotta e diretta con valore da Tiziano Duca, una delle opere più popolari di Verdi chiude la Trilogia iniziata con Ernani e proseguita con Un Ballo in maschera nella magnifica cornice di Villa Gradenigo Sabbatini. Apprezzato il protagonista Gustavo Porta