STEFANIA BONFADELLI UNA REGISTA ALL'OPERA: DOPO IL VERDI COMICO A MARTINA FRANCA L'ARTISTA VERONESE METTE IN SCENA MARIA CALLAS MASTER CLASS

Stefania Bonfadelli è diventata regista: “E’ un desiderio che avevo da tanto tempo” rivela al telefono da Bracciano: “Del resto, in ventisei anni di carriera ho partecipato a spettacoli in cui le regie erano di tutti i tipi…”. Osservatrice e curiosa, era inevitabile che la Primadonna veronese, è nata a Valeggio sul Mincio nei luoghi di Rigoletto dove ha fondato un’Accademia intitolata a Joacopo Foroni, cedesse le armi alla regista.
L’occasione è arrivata a Tenerife, l’anno passato, dove il soprano ha messo in scena, con gli allievi dell’Opera Studio, il Don Pasquale, e Norina è personaggio che Bonfadelli ha spesso frequentato, anche se non è di quelli con cui la s’identifica. La seconda esperienza è arrivata al Festival di Martina Franca, dove è di casa, con il raro Verdi di Un giorno di regno. Anche in questo caso Stefania Bonfadelli ha lavorato con i giovani che la seguono come docente dell’Accademia Celletti. “Mi piace molto lavorare con i giovani. Oggi il mio lavoro si divide tra quello di docente di canto e regista. Per un cantante è importante avere la consapevolezza del personaggio che interpreta. Direi di più, è proprio da questa consapevolezza che deriva non solo la bontà dell’interpretazione scenica, ma una buona resa vocale. Alla gestualità corrispondono i colori vocali più appropriati alla situazione che l’artista deve rappresentare. E’ la consapevolezza del personaggio che interpreta che aiuta il cantante a superare le barriere tecniche e a concentrarsi sul suono. Ogni respiro, ogni picchettato, deve essere espressivo, sennò il lavoro diventa circo, pura esibizione e basta.”.
Poche parole ma convincenti e, da ballerina ecco Stefania Bonfadelli diventata coreografa, come scherzando dice lei. Esigente con se stessa, Stefania lo è naturalmente anche con gli altri, ma senza pretendere l’impossibile. Del resto, racconta “ho sempre amato il teatro, i miei genitori sono dei grandi melomani e l'opera ho cominciato a sentirla in casa fin da bambina.”. A quattordici anni inizia a studiare canto con Lina Aimaro Bertasi, il soprano di coloratura che fu una celebre Lucia di Lammermoor degli anni Cinquanta del secolo scorso, a diciannove vince il concorso "Mattia Battistini" che la porta a debuttare al Teatro Flavio Vespasiano di Rieti e, subito dopo, a Malta. I suoi primi personaggi sono la Lucia donizettiana e Gilda nel Rigoletto di Giuseppe Verdi, le opere più spesso affrontate. Vengono poi tutti i grandi ruoli del repertorio italiano e francese in cui può mettere in risalto il suo virtuosismo e la sua musicalità. La grande occasione arriva alla Staatsoper di Vienna quando sostituisce a tambur battente, e con un successo clamoroso, Edita Gruberova ne I Puritani di Vincenzo Bellini. In una serata la Bonfadelli si guadagna sul campo l'affetto del pubblico viennese, la stima dei dirigenti del teatro che la impegnano immediatamente per la Lucia di Lammermoor l’opera in cui l’ammirai al Teatro Verdi di Trieste e che fu oggetto della prima intervista e veicolo per una solida amicizia.
Lucia torna di frequente nella vita di Stefania Bonfadelli, che nei mesi scorsi è stata in giuria del Concorso Toti dal Monte in cerca d’interpreti per l’opera donizettiana che sarà in cartellone al Comunale di Treviso. Esperienza interessante. Quanto al Giorno di regno, c’è un pour parler di rifarlo nella prossima stagione, ma la cosa non è ancora fissata. Certo è che l’idea di sottolinearne il doppio titolo, Un giorno di regno o il finto Stanislao facendone una pièce di teatro nel teatro, è piaciuta. “La drammaturgia del libretto di Felice Romani è fragile” spiega Stefania, “l’opera cadde alla Scala, anche se c’è della bella musica. Ma Verdi non è ispirato dal soggetto, si sente che scalpita perché vuole scrivere Nabucco. La compagnia di Martina Franca era davvero buona, tutti debuttanti tranne Vito Priante cui è stato affidato il personaggio impegnativo del Cavalier Belfiore.”. La prossima regia vede Stefania Bonfadelli debuttare come regista di prosa, “credo di essere la prima regista che viene dall’opera a cimentarsi con un testo in prosa”: sta infatti per iniziare a Roma le prove di Maria Callas - Master Class di Terence McNally un testo che nel 1997 Rossella Falk la invitò a interpretare accanto a lei.
“Mi chiese di fare una delle due ragazze che si presentano all’audizione con la Callas, quella che canta la Sonnambula.”. All’epoca era troppo impegnata con le sue interpretazioni, oggi ha deciso di riprendere quella commedia e di metterla in scena nella Sala Borgna del Teatro Studio dell’Accademia di Santa Cecilia per tre sere il 16, 17 e 18 settembre al Parco della Musica. “Ho proposto l’idea a Michele Dall’Ongaro che l’ha accettata e con Mascia Musy, che interpreterà la Callas, ci siamo già messe al lavoro. Dirigere un attore non è troppo diverso da dirigere un cantante. Anche le parole hanno ritmi e pause e sei tu, regista, a sceglierne il tempo. Oltre che regista diventi un po’ direttore d’orchestra. Il testo di McNally ci pone di fronte al ritratto di una donna disperata che vive nel rimpianto e nel ricordo di una vita, pubblica e privata, che non tornerà più.”. E poi? “E poi ci sono nuovi progetti. A Tenerife, dove si lavora molto bene, mi hanno proposto di mettere in scena sia il Viaggio a Reims di Rossini sia Rigoletto. Inutile dire che la seconda la conosco molto bene. In prosa farò a Roma, al Teatro della Cometa, un altro testo di McNally, La Traviata di Lisbona con Pino Strabioli.”. Anche in questo caso, l’opera farà capolino nella sua regia.
“Traviata, l’ho interpretata sia nella versione tradizionale di Zeffirelli, sia in uno spettacolo di Regietheater tedesco a Francoforte in cui tutto si svolgeva durante l’occupazione nazista di Parigi. “Axel Corti, il regista, mi chiese di iniziare l’aria che chiude il primo atto con una sigaretta in mano e non con il solito bicchiere di champagne. Fu uno spettacolo bellissimo che mi rivelò alcuni aspetti della disperazione e dell’isteria di Violetta. Da lì ho capito che non esistono regie tradizionali o moderne ma regie belle o brutte. Da ognuna hai qualcosa da imparare…”. Nelle foto Stefania Bonfadelli in La Traviata e, con Nicoletta Olivieri e Laura Polverelli al termine di un concerto del Damen Trio a Verona. Più in basso l'artista veronese durante una lezione e una scena dello spettacolo di Axel Corti a Francoforte Info: www.stefaniabonfadelli.com di Rino Alessi 12/08/2017 bellaunavitaallopera.blogspot.com

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