Al Festival della Valle d’Itria debutta Arianna a Nasso di Strauss diretto da Fabio Luisi. A Martina Franca l’opera è proposta nella rara edizione del 1912 in una versione ritmica in italiano di Quirino Principe; in scena al Palazzo Ducale martedì 21 alle 21. Diretta streaming sulla Web TV della Fondazione Paolo Grassi e su Italiafestival.tv L’opera sarà trasmessa in diretta su Rai Radio 3 domenica 26 luglio, ore 21

Il Festival della Valle d’Itria entra nel cuore dell’edizione numero 46 con il debutto, martedì 21 luglio alle ore 21 a Palazzo Ducale, di Arianna a Nasso, opera di Richard Strauss con il libretto di Hugo von Hofmannsthal che, nel pieno rispetto della tradizione della manifestazione martinese, sarà rappresentata nella più rara edizione del 1912 e con una nuova versione ritmica in italiano curata da Quirino Principe – uno dei massimi studiosi straussiani – con Valeria Zaurino. «L’idea di mettere in scena Arianna a Nasso nell’edizione del 1912 – afferma il direttore artistico Alberto Triola – ha differenti ragioni, alcune di tipo pratico per rispondere alle esigenze di sicurezza, altre di carattere puramente artistico: era necessario trovare un titolo che prevedesse un organico orchestrale originale tale da poter avere in buca un numero limitato di musicisti, e l’Arianna di Strauss (così come Il borghese gentiluomo) soddisfa pienamente questo requisito poiché richiede solo 36 elementi; inoltre, per evitare assembranti negli spazi di Palazzo Ducale, siamo stati orientati verso la scelta di un titolo che non superasse i 90 minuti di durata, così da poter essere rappresentato senza intervallo. L’edizione di Arianna del 1912, ancora una volta, rispetta queste esigenze». «Alla base delle nostre scelte – continua Triola – c’è sempre stata la volontà di non vedere le ricadute della pandemia come un limite ma come opportunità: ecco perché abbiamo avuto il coraggio di ridisegnare completamente il cartellone 2020 e non di adattare alle nuove regole applicate allo spettacolo dal vivo i titoli già annunciati. D’accordo con Fabio Luisi, direttore musicale del Festival, abbiamo voluto aggiungere un ulteriore elemento di interesse per la messa in scena di Arianna a Nasso: con le frontiere chiuse era impossibile potersi affidare ai cantanti madrelingua tedesca, quindi abbiamo colto l’occasione per commissionare a Quirino Principe una nuova versione ritmica in italiano del libretto, con l’idea di mettere in luce la morbidezza, la duttilità della linea musicale e le sonorità di questa partitura straordinaria, che del grande repertorio operistico italiano si dichiara evidente debitrice, e che la lingua italiana può contribuire a evidenziare».
Un’operazione che rende quindi unica la produzione del Festival e che dà la possibilità di ascoltare in modo differente una partitura che ha delle peculiarità ben definite: «È piuttosto emozionante vedere da vicino quella che fu la prima idea di Strauss e Hofmannsthal – dichiara il direttore musicale del Festival, Fabio Luisi – che è persino più complessa rispetto alla versione di più frequente esecuzione del 1916. Ad esempio la contrapposizione tra i due personaggi femminili è più forte: Zerbinetta nella prima versione rappresenta un fulcro molto più intenso che nella seconda, tanto che emerge una differenza tutta giocata sul senso della vita: da una parte l’esistenza ideale, quasi irreale di Arianna; dall’altra Zerbinetta, che conosce la vita fin troppo bene» Ed è proprio sulla contrapposizione fra Arianna e Zerbinetta che si concentra la regia di Walter Pagliaro: «Quello messo in piedi da Strauss e Hofmannsthal – spiega il regista – è un vero e proprio cantiere che nasce dall’idea del teatro come fatto totale. Al centro di questo teatro abbiamo collocato un cubo, che è insieme grotta e luogo dell’io di Arianna. In questa situazione di isolamento, nella sua microcellula art nouveau, la protagonista si addormenta e sogna: nel sogno appaiono le maschere della commedia dell’arte che, con la loro tracotanza e il loro eccesso di comunicazione, permettono ad Arianna di elaborare il suo abbandono. Ovviamente l’incontro più importante è quello con Zerbinetta, che è come un doppio della protagonista: il suo virtuosismo, la sua follia pirotecnica rappresenta la vitalità che serve ad Arianna per uscire dall’autocompiacimento del suo dolore».
Il cast vocale vanta interpreti di assoluto rilievo: nel ruolo della protagonista il soprano Carmela Remigio, al suo terzo titolo consecutivo al Festival dopo i successi in Rinaldo ed Ecuba; nei panni di Bacco ci sarà il tenore Piero Pretti, in quelli di Zerbinetta il soprano Jessica Pratt; Arlecchino sarà Vittorio Prato. Completano il cast il trio delle ninfe composto da Barbara Massaro (Naiade), Ana Victoria Pitts (Driade) e Mariam Battistelli (Eco); nel gruppo delle maschere invece Vassily Solodkyy (Scaramuccia), Eugenio Di Lieto (Truffaldino) e Manuel Amati (Brighella). Gli interventi recitati saranno affidati a Marco Bellocchio (Monsieur Jourdain), Marco Fragnelli (Dorante) e Sara Putignano (Dorimène). Gli elementi scenici dello spettacolo sono a firma di Gianni Carluccio e i costumi sono ideati da Giuseppe Palella (già Premio Abbiati per suoi precedenti lavori al Festival). Lo spettacolo sarà anche trasmesso in diretta streaming sia sulla Web TV della Fondazione Paolo Grassi – alla quale si può accedere gratuitamente dal sito www.festivaldellavalleditria.it – che su Italiafestival.tv, la piattaforma dell’associazione dei festival italiani che quest’anno ha voluto estendere la partecipazione agli eventi dei festival italiani, agli spettatori dei cinque continenti attraverso la rete di Ambasciate, Consolati e Istituti Italiani di Cultura nel mondo con “Estate all’italiana Festival 2020”, il progetto congiunto fra il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Italiafestival. Il 26 luglio l’opera sarà trasmessa in diretta su Rai Radio 3. Martina Franca, Palazzo Ducale 21, 24, 26 luglio e 2 agosto, ore 21 Richard Strauss ARIANNA A NASSO Opera in un atto di Hugo von Hofmannsthal (versione del 1912) Nuova versione ritmica in italiano di Quirino Principe con Valeria Zaurino Direttore Fabio Luisi Regia Walter Pagliaro Elementi scenici Gianni Carluccio Costumi Giuseppe Palella Arianna Carmela Remigio Bacco Piero Pretti Naiade Barbara Massaro Driade Ana Victoria Pitts Eco Mariam Battistelli Zerbinetta Jessica Pratt Arlecchino Vittorio Prato Scaramuccia Vassily Solodkyy Truffaldino Eugenio Di Lieto Brighella Manuel Amati Monsieur Jourdain (attore) Marco Bellocchio Dorante (attore) Marco Fragnelli Dorimène (attore) Sara Putignano Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari
Assistente del dittore d’orchestra Dario Macellari Assistente alla regia Marco Bellocchio Maestri collaboratori Liubov Gromoglasova, Vincenzo Rana Maestri collaboratori di palcoscenico Giulia Palmisani, Stefania Paparella Maestro alle luci Ivana Astrid Zaurino Costumi F.G. Teatro di Guggia Filippo Scenografia Metal Design srl Fabio Luisi Direttore d’orchestra Fabio Luisi è Direttore musicale del Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, dell’Opera di Zurigo e della Dallas Symphony Orchestra, nonché Direttore principale della Danish National Symphony Orchestra. È stato Direttore principale del Metropolitan di New York dal 2011 al 2017 e dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino dal 2018 al 2019. Precedentemente, è stato Direttore principale dell’Orchestra sinfonica di Vienna (2005-2013), Direttore musicale della Staatskapelle di Dresda e della Saxon State Opera (2007-2010), Direttore musicale e Direttore principale della MDR Symphony Orchestra di Lipsia (1999-2007) e Direttore musicale dell’Orchestre de la Suisse Romande (1997-2002) e della Tonkünstler Orchestra di Vienna (1995-2000). È direttore ospite di diverse importanti orchestre, tra cui la Philadelphia Orchestra, la Cleveland Orchestra, la San Francisco Symphony, la NHK Tokyo, la Munich Philharmonic, la Filarmonica della Scala, la London Symphony Orchestra, l’Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam, la Saito Kinen Orchestra e di tutti i più importanti teatri d’opera del mondo. Al Festival di Salisburgo ha diretto Die Liebeder Danae e Die Ägyptische Helena di Richard Strauss. L’Opera di Zurigo lo ha visto impegnato in tre nuove produzioni di opere di Bellini, oltre a Rigoletto,Fidelio, Wozzeck e alla Messa da Requiem di Verdi. A oggi le registrazioni di Luisi comprendono opere come Aroldo, Alzira, e Jerusalem di Verdi; I Puritani e I Capuleti e i Montecchi di Bellini; tutte le sinfonie di Robert Schumann e di Arthur Honegger; le sinfonie e l’oratorio Das Buchmitsieben Siegeln dell’ormai dimenticato compositore austriaco Franz Schmidt. Ha anche registrato diversi poemi sinfonici di Richard Strauss e una apprezzatissima interpretazione della Nona Sinfonia di Bruckner con la Staatskapelle Dresden (premiata con l’“Echo-Klassik-Preis” del 2009).
Le sue registrazioni del Siegfried e del Götterdämmerung con l’orchestra del Metropolitan gli hanno permesso di conquistare un Grammy; nel 2013 ha vinto l’ambito Premio “Franco Abbiati” della critica italiana e nel 2014 gli è stato riconosciuto il “Grifo d’oro” dalla città di Genova. La nuova etichetta Philharmonia Records della Filarmonica di Zurigo, nata nel 2015, ha distribuito diverse registrazioni di opere dirette da Fabio Luisi, inclusi CD contenenti composizioni di Berlioz, Wagner, Verdi, Rachmaninov, Bruckner, Rimsky-Korsakov e Frank Martin, e i DVD di Rigoletto (con la regia di Tatjana Gürbaca), Wozzeck (con la regia di Andreas Homoki), I Capuleti e i Montecchi (con la regia di Christof Loy) e della Messa da Requiem (con la regia e le coreografie di Christian Spuck). Fabio Luisi detiene l’Anello d’oro dedicato a Bruckner dai Wiener Symphonikered è Cavaliere della Repubblica italiana e Commendatore dell’Ordine della Stella d’Italia. Walter Pagliaro Regista Nato a Bari, studia all’Accademia “Silvio D’Amico” e svolge un periodo di apprendistato al Piccolo Teatro di Milano come assistente di Giorgio Strehler, debuttando nel 1978 al Piccolo con la regia di Aspettando Godot. La sua prima regia lirica è ne I Capuleti e i Montecchi al Comunale di Modena nel 1980. Nel 1995 ha fondato, insieme a Paola Mannoni, Roberto Herlitzka e Micaela Esdra l’Associazione Culturale “Gianni Santuccio”. Tra le altre realizzazioni in ambito operistico ricordiamo Paride ed Elena all’Olimpico di Vicenza, Il combattimento di Tancredi e Clorinda al Palazzo Te di Mantova e a Praga, Acis e Galatea al Vittorio Emanuele di Messina, La clemenza di Tito al Nazionale di Praga, La bohème al Macerata Opera Festival, La molinara al Comunale di Bologna, Madama Butterfly al Comunale di Treviso, La brocca rotta al Comunale di Bologna, Il crepuscolo degli dei al Verdi di Trieste, La battaglia di Legnano al Massimo Bellini di Catania, La favorita al Comunale di Bologna e Falstaff alla Staatsoper di Francoforte sul Meno. 20/07 Foto di Clarissa Lapolla. Informazioni www.festivaldellavalleditria.it (COMUNICATO STAMPA) bellaunavitaallopera.blogspot.com

Commenti

Post popolari in questo blog

ADDIO A GIUSEPPE BOTTA, TENORE DAL TIMBRO INCONFONDIBILE E PRESENZA COSTANTE NEI CARTELLONI DEL TEATRO VERDI DI TRIESTE

ANDREA ZAUPA: UNA CARRIERA TRA CANTO, MEDITAZIONE E FOTOGRAFIA. INTERVISTA CON IL BARITONO VICENTINO CHE STA PER DEBUTTARE NEL PERSONAGGIO DI SCARPIA

E IL TROVATORE CONQUISTA POZZUOLO DEL FRIULI: prodotta e diretta con valore da Tiziano Duca, una delle opere più popolari di Verdi chiude la Trilogia iniziata con Ernani e proseguita con Un Ballo in maschera nella magnifica cornice di Villa Gradenigo Sabbatini. Apprezzato il protagonista Gustavo Porta