UN NUOVO CD BRILLIANT CLASSICS DEDICATO A POULENC: LA VOIX HUMAINE E L'HISTOIRE DE BABAR CON IL PIANOFORTE DI MARCO SCOLASTRA
Tragédie lyrique in un atto su testo di Jean Cocteau, La voix humaine (1958) è il terzo lavoro di teatro musicale di Francis Poulenc (Parigi, 1899-1963), e, dei tre, è il più drammatico e disperato. Paradossalmente a mettere in musica un testo così denso di significati umani e profondi è uno dei compositori più ironici e lievi del nostro Novecento musicale, Francis Poulenc, figlio di un industriale farmaceutico e di una pianista "en amateur".
Compagno per un certo periodo nel celebre Gruppo dei Sei di Honegger, Milhaud, Durey, Auric e di Germaine Tailleferre, Poulenc è spesso tacciato di superficialità per essere rimasto estraneo alla contemporanea ricerca linguistica delle avanguardie, puntando piuttosto al gusto dello scherzo e dello svagato umorismo quando affronta soggetti di carattere profano, o alla malinconia quando, come spesso gli accade, compone musica di argomento religioso o drammatico.
La voix humaine fu concepita da Poulenc per la sua interprete feticcio, Denise Duval che l’affrontò dopo essere stata casualmente – la sua carriera si divideva all’epoca tra l’Opéra Comique e le Folies Bergéres - la prima Thérèse/Tirésias ne Les Mamelles de Tirésias (1947) e sulla cui vocalità il musicista parigino costruì il personaggio di Blanche de la Force in Les Dialogues des Caarmélites di cui Duval fu interprete alla prima parigina che seguì di poco il battesimo, molto mondano, alla Scala (1957).
“Quando il Teatro Verdi di Trieste mi propose di debuttare in quest’opera così difficile, mi sono fatta molti problemi” racconta Daniela Mazzucato. “Pensavo ad artiste come Magda Olivero o Raina Kabaivanska che si erano misurate con questo lavoro, la loro è una vocalità più importante della mia, mi dicevo, e mi sentivo inadeguata. E’ stato un nostro amico che, regalandomi il Cd dell’esecuzione diretta da Georges Prêtre con Denise Duval, mi ha aperto gli occhi. Musicalmente è l’esecuzione migliore fra quelle che ho ascoltato e la voce di Duval, straordinaria interprete, è chiara, ha la vocalità giusta per questo monologo. Del resto è stato scritto per lei.”.
La drammaticità e la disperazione della donna, Elle, non ne sappiamo il nome, che si aggrappa al telefono per tentare di raggiungere il suo uomo, sono nelle parole che vanno pronunciate con chiarezza, non nel volume del suono, pare di capire. “Sì, e a questo punto mi sono chiarita le idee e mi sono messa nell’impresa che è iniziata nel 2007 sul palcoscenico del Verdi in un bello spettacolo di Giulio Ciabatti sotto la direzione di Tiziano Severini, è proseguita nel 2011 a Padova con Claudio Desderi, e ha avuto un terzo capitolo nel 2017 nella Sala del Ridotto Victor De Sabata del Teatro Verdi, di nuovo a Trieste e di nuovo per la regia di Giulio, e con la direzione di Paolo Longo.”.
Il quarto capitolo è il Cd dell’etichetta olandese Brilliant Classics uscito in questi giorni che testimonia l’esecuzione in forma di concerto scenico che Daniela Mazzucato ha tenuto l’estate scorsa al Teatro Clitunno di Trevi, in Umbria, per la rassegna “Trevi In Canto”, una produzione degli Amici della Musica di Foligno e del Comune di Trevi. Con lei, non un’orchestra, ma solo il pianista Marco Scolastra, Direttore artistico dell’Auditorium di Foligno “dove” precisa Mazzucato “fanno stagioni molto buone”, che già aveva coinvolto la coppia Mazzucato-Cosotti in un progetto sull’opera omnia di Tosti divenuto Cd.
E’ stato Scolastra, musicista raffinato e collaboratore abituale di Elio Pandolfi e Sandro Cappelletto, che ha voluto fortemente realizzare in forma di concerto scenico la pièce capolavoro in cui il genio ironico e scanzonato di Poulenc si adatta alle drammatiche parole di Cocteau che l’interlocutrice visibile, pronuncia al telefono destinandole a un amante i cui silenzi sono, alla fine, più importanti delle parole.
Il Cd, dalla grafica molto elegante, abbina a La voix humaine la giovanile Histoire de Babar (1945), melologo per voce recitante e pianoforte in cui Scolastra ha impegnato Max René Cosotti che, “sfoggia un francese strepitoso” dichiara lei, meglio, che “da bravo piemontese pratico un discreto francese” precisa lui, che con Poulenc si era già misurato, sul palcoscenico del Teatro Verdi di Trieste, in Les dialogues des carmélites.
“Per il disco, che abbiamo inciso fra il 19 e il 21 luglio dello scorso anno, con la collaborazione del sound engineer e produttore Luca Rossi e l’editing di Luca Tironzelli, ho fatto uno studio particolare, con un coach linguistico di madrelingua francese” precisa ancora Cosotti. “L’Histoire de Babar è un testo simpatico ed elegante, la musica di Poulenc fa sorridere, siamo sulla falsariga di Pierino e il lupo di Prokofiev, per intenderci. L’idea di Marco Scolastra di abbinare alla tragedia della telefonata continuamente interrotta un clima più sorridente è molto buona, anche perché La Voix humaine dura meno di un’ora.”.
Daniela Mazzucato e Max René Cosotti si sono riascoltati l’altro giorno a Primo Movimento su RadioTre, il programma di Attilio Fortunato che ha dedicato uno spazio sostanzioso a questa nuova uscita discografica. Soddisfatti? Cosotti è evasivo, anche perché l’uscita del Cd coincide con la preparazione di uno spettacolo in cui la coppia è di nuovo coinvolta al Teatro Verdi, Pasticci a Trieste, opera in un atto su musiche originali in alternanza a rielaborazioni di Matteo Musumeci in scena dal prossimo 18 marzo nella Sala del Ridotto Victror De Sabata con la regia, le scene e i costumi di Andrea Binetti.
Quanto a Daniela Mazzucato, il nuovo Cd la inorgoglisce ma non la mette in superbia. “Incidere, per una cantante come me che molto ci guadagna quando può agire ed esprimersi non solo con la voce, ma anche con il corpo, è sempre una novità. Il concerto è stato un momento di preparazione, non c’era regia, solo qualche movimento che mi sono inventata io. Nella registrazione mi sono molto sentita legata all’esecuzione musicale che doveva essere perfetta, o quanto meno il più perfetta possibile, perché se sbagli, l’ingegnere del suono non te ne lascia passare una. L’interpretazione, a questo punto, diventa più calda proprio per questo. Beh, sì, è un Cd molto bello.”.Davvero, complimenti Max e Daniela!
29 febbraio di Rino Alessi bellaunavitaallopera.blogspot.com
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