DIVA O ANTIDIVA? UN RICORDO DEL GRANDE SOPRANO DI COLORATURA FRANCESE MADY MESPLE' MANCATA IERI A OTTANTANOVE ANNI
Domani, lunedì primo giugno France Musique ricorderà Mady Mesplé, il grande soprano francese di coloratura che fu celebre, in Francia, e non solo, negli anni fra il 1950 e il 1970 del secolo scorso.
Mesplé è mancata ieri, sabato 30 maggio a ottantanove anni, nella sua città, Toulouse, la “ville rose”, per noi italiani la Parma lirica francese.
Mady sarà al centro delle trasmissioni Musique Matin condotta da Jean-Baptiste Urbain, e Relax! presentata da Lionel Esparza.
“Sono sempre una donna lenta e sempre in ritardo” confidava Madame Mesplé nel 1995 al microfono di Antoine Livio sempre su France Musique, con l’umiltà che è stata la caratteristica precipua della sua grande carriera, i cui titoli forti furono Ariadne auf Naxos di Richard Strauss, nell’enigmatico personaggio di Zerbinetta naturalmente, Lakmé di Léo Delibes, Rigoletto, ma anche i meno classici Dialogues des Carmélites di Poulenc, in cui fu un’incantevole “soubrette de Dieu”, Die Jakobsleiter, l’oratorio di Arnold Schönberg, i Quatre poèmes de Sappho per soprano e trio d’archi che Charles Chaynes scrisse appositamente per la sua particolarissima voce, estesa in acuto e dalle forti vibrazioni mettendo in musica i versi della poetessa di Lesbo.
In una carriera condotta in modo esemplare e durata tre decenni, Mady Mesplé ha cantato i ruoli più importanti della sua corda di soprano coloratura, alternando il repertorio classico alla musica d’oggi, l’opera e la chanson – indimenticabile il suo Debussy – con uno spiccato interesse per l’operetta e tutto il repertorio leggero, eccellendo sia quando, come al debutto, fu un’incantevole Lakmé, sia quando dal genere lirico, passò a quello drammatico del Belcanto italiano di Rossini (fu Jemmy nell’incisione integrale del Guillaume Tell in versione francese accanto a Gaby Bacquier, a Gedda e alla Caballé, direttore Lamberto Gardelli), Bellini e Donizetti.
Nata a Tolosa il 31 marzo del 1931, Mesplé si dedicò in un primo tempo allo studio del pianoforte, in cui eccelse, prima di entrare nella classe di canto di Madame Izar-Lasson moglie del Direttore del Théâtre du Capitole di Tolosa, nel Sud della Francia.
E’ la coppia Izar-Larsson a segnalarla all’Opéra de Wallonie di Liegi, nel Belgio francofono, dove Mesplé debutta nel 1953 con Lakmé, il suo cavallo di battaglia consegnato anche al disco, e mette in repertorio i personaggi di Rosina nel Barbiere rossiniano, Olympia nei Contes d’Hoffmann di Jacques Offenbach, Gilda in Rigoletto per passare dalla provincia al ben più importante Théâtre de la Monnaie di Bruxelles, quindi in Francia all'Opéra di Lione dove il suo esordio è nel nome di Offenbach e di Les Contes d'Hoffmann di cui sarà interprete, nel personaggio funambolico di Olympia anche a Parigi, nel dicembre del 1975, in piena era Liebermann, nella celebrata messa in scena di Patrice Chéreau.
A Parigi, però, Mady Mesplé aveva debuttato già nel 1956 quando fu Lakmé all’Opéra-Comique per passare immediatamente al Festival di Aix-en-Provence affrontando per la prima volta il repertorio barocco di Zémire et Azor di Grétry.
Nel 1958 dall’Opéra-Comique passò al Palais Garnier per una ripresa parigina di Les Dialogues des Carmélites che segnarono in qualche modo la sua consacrazione: e all’Opéra nel 1960 sostituì con grande successo Joan Sutherland nel personaggio protagonistico di Lucia di Lammermoor.
A questo punto la carriera diventò internazionale e il repertorio alternò alle Lakmé di cui fu l’interprete della cinquecentesima rappresentazione all’Opéra-Comique nel 1960, Olympia, Ophélie di Hamlet (Thomas), Philine di Mignon (Thomas), i personaggi belcantistici di Rosina, Lucia, Gilda, cui si aggiunsero negli anni la piccante Norina nel Don Pasquale donizettiano e la patetica Amina ne La Sonnambula di Bellini.
Nel 1963 all’Opéra-Comique fu la prima interprete di L’ultimo selvaggio di Gian Carlo Menotti, nel 1966 ad Aix-en-Provence fu per la prima volta una piccante Zerbinetta, l’anno precedente era stata la prima interprete in Francia dell’Elegia di due giovani amanti di Hans Werner Henze che le aprì le porte al repertorio contemporaneo.
Chéreau, Betsy Jolas che la volle prima interprete del suo Quatuor II, Boulez che l’invitò più volte a Londra per cantare Schönberg e Ravel (La Principessa in L’enfant et les sortiléges) la modernità fu sempre “à l’affiche” nella carriera di Mady Mesplé.
Nel 1971 la piccola Mady debutta al Bolscioi di Mosca (Rosina), al 1973 risale la sua unica apparizione newyorkese al Metropolitan (Gilda) dove però è schiacciata dal confronto e dalla predilezione del pubblico nordamericano per la prodigiosa Mado Robin di cui, scioccamente, si pretende di trovare un’erede
Le incisioni sono innumerevoli, d’opera e d’operetta, tanto da associarla a questo genere sottovalutato. Quando però, alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, Mesplé lasciò le scene internazionali per dedicarsi all’insegnamento all’Ecole Normale de Musique di Parigi, fu fiera di mettere in risalto la sua fedeltà al repertorio contemporaneo, rilevando di aver cantato molto più quello dell’operetta.
Negli ultimi anni, concluso l’incarico nell’insegnamento, Mesplé si era ritirata a Tolosa. Frequenti erano stati i suoi passaggi televisivi nel corso della sua carriera e frequenti furono quelli radiofonici anche negli ultimi anni in cui rievocava, con grande charme e l’umiltà dei grandi, le tappe fondamentali del suo essere prima che cantante, straordinaria musicista. Fu molto amata in Francia, in Italia non mi risulta abbia cantato spesso.
Riposi nella luce Madame Mesplé!
31/05 Nelle foto in pagina, dall'alto, un recente ritratto di Mady Mesplé, nel personaggio donizettiano di Lucia di Lammermoor, con Gabriel Bacquier alla prima parigina de L'Ultimo Selvaggio di Gian Carlo Menotti, con Montserrat Caballé e Jessye Norman. di Rino Alessi bellaunavitaallopera.blogspot.com
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