TEATRO PETRUZZELLI DI BARI ELOGIO ALLA BELLEZZA

Simbolo dell’eccellenza musicale italiana e di armoniosa bellezza architettonica il Teatro Petruzzelli, di proprietà della famiglia Messeni Nemagna, è la principale sala teatrale della città di Bari, il quarto teatro italiano per dimensioni e il più grande teatro privato d'Europa. E’ nota la “grandeur” del capoluogo pugliese: la vulgata dice che se Parigi avesse il mare sarebbe una piccola Bari. E in effetti, nella seconda metà dell’Ottocento e sulla scia delle altre grandi città italiane, Bari era già dotata di un Teatro comunale pubblico, il Piccinni, inaugurato nel 1854 e intitolato a uno dei massimi compositori pugliesi. La sua limitata capienza (circa mille posti), fu all’origine di diversi malumori cittadini. In città si cominciò a invocare un teatro “di tutti e per tutti”. In questo clima turbolento si aggiunse il successo, nel 1890, di “Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni livornese di nascita ma pugliese di adozione. Mascagni aveva, infatti, composto il suo capolavoro a Cerignola, dove era vissuto.
Bari e la Puglia, insomma, attendevano con ansia “Cavalleria”.
A tale scopo il Consiglio comunale deliberò nel 1877 di assegnare un premio di 12 mila lire e, a titolo gratuito, il suolo necessario, all’impresa disposta a costruire un teatro, nei termini e nei modi previsti. I fratelli Onofrio e Antonio Petruzzelli, commercianti e armatori di origine triestina, presentarono un progetto curato da un loro cognato, l’ingegnere barese Angelo Cicciomessere (poi diventato Messeni, in seguito ad un Decreto Reale). 
Il progetto fu approvato nel 1895 ma la costruzione del Petruzzelli ebbe inizio solo il 23 maggio 1898, e il Teatro fu inaugurato quattro anni dopo, il 14 febbraio 1903, con “Gli Ugonotti” di Giacomo Meyerbeer di recente ripresi al Festival pugliese della Valle d’Itria, a Martina Franca. Il Petruzzelli si distingueva rispetto agli altri teatri italiani per la straordinaria capienza (in origine 2.192 posti, oggi 1.482, ridotti nel tempo in seguito alle normative di sicurezza) oltre che per varietà di programmazione.

 Sul palcoscenico del Petruzzelli furono rappresentati i grandi classici del repertorio lirico (le opere di Verdi e Puccini soprattutto) e nuovi spettacoli in linea con le tendenze del panorama artistico internazionale.
Si ricordano il “Grand-opéra” di Marchetti “Ruy Blas”, l’opéra- comique di Auber “Fra Diavolo”, l’opera ballo “Il Guarany” di Gomes e di Marenco il celebre “Ballo Excelsior”. Il palcoscenico del Petruzzelli ospitò da subito artisti indimenticabili come Beniamino Gigli e i pugliesi Licia Albanese e Tito Schipa, Mario Del Monaco e Alfredo Kraus, Luciano Pavarotti e Renato Bruson, Renata Tebaldi e Piero Cappuccilli, Raina Kabaivanska e Ruggero Raimondi. Vi diressero l’indimenticato Herbert von Karajan e il pugliese Riccardo Muti, vi danzarono Rudolf Nureyev e Carla Fracci.
 Quando Bari diventò sede delle forze alleate il Petruzzelli fu occupato dall’esercito anglo-americano che lo trasformò in un contenitore dedicato allo svago per le proprie truppe, come testimonia “Polvere di stelle” il film interpretato da Alberto Sordi e Monica Vitti. Essendo un Politeama, la programmazione spaziava tra vari generi di spettacolo dando risalto anche alla rivista di Wanda Osiris e Totò, Nino Taranto e Macario, per non dire della mitica Joséphine Baker che arrivava da Parigi, delle canzoni di Frank Sinatra, Ray Charles, Liza Minnelli, Juliette Greco. E ancora Giorgio Gaber, Lucio Battisti, Claudio Baglioni. Vi fu rappresentato il teatro di Eduardo e Milva e Modugno fecero coppia ne "L'opera da tre soldi" di Brecht con musiche di Weill per la regia di Strehler. Il Petruzzelli ha regalato ai baresi anche importanti concerti di musica leggera (è stato sede fra l'altro della rassegna canora “Caravella dei successi”), ospitando tra gli altri Paolo Conte, Ornella Vanoni ed è stato anche la sede della trasmissione televisiva musicale “Azzurro” per quasi tutti gli anni '80 oltre che set cinematografico per Franco Zeffirelli. Nel 1954 il Petruzzelli fu dichiarato "Monumento d’interesse storico e artistico" e sottoposto a legge di tutela. Nel 1967 fu dichiarato "Teatro di tradizione". Negli Anni Ottanta del Novecento si avvicendarono sulla maggiore scena pugliese spettacoli di rilevanza internazionale: Ronconi vi rappresentò “Ifigenia in Tauride” di Piccinni mai più ripresa dopo il debutto parigino del 1779, e portata in tournée a Parigi, al Théâtre du Châtelet. Pizzi vi mise in scena “I Puritani” di Bellini nella versione Malibran mai rappresentata e adattata per Katia Ricciarelli. Dal 1981 il Teatro accolse le più grandi compagnie di balletto. I riflettori si erano appena spenti sulla “Norma” di Bellini quando, la notte del 27 ottobre del 1991, un incendio distrusse il teatro. Fu un vuoto doloroso che si volle colmare istituendo, nel 2003, la Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari che ha mosso i suoi primi passi all’interno del Piccinni di cui ripresentò “La Cecchina” su testo di Goldoni, riuscendo ad affermarsi come realtà riconosciuta e apprezzata nel panorama nazionale e internazionale.
Nel 2002 nella sede romana del Ministero per i beni e le attività culturali e alla presenza dell'allora ministro Urbani e del sottosegretario Bono, fu sottoscritto un protocollo d'intesa, tra la famiglia proprietaria e Comune e Provincia di Bari e Regione Puglia in base al quale il Teatro sarebbe stato consegnato ricostruito dalle parti pubbliche alla famiglia proprietaria che lo avrebbe a sua volta consegnato alla Fondazione. Quest'ultima avrebbe corrisposto, per l'uso del teatro e per l’esclusiva del marchio un canone. I primi lavori, sgombero macerie, prove diagnostiche, consolidamento statico e ripristino delle coperture erano, infatti, stati realizzati tra il 1993 e il 1998 direttamente dalla proprietà con l'utilizzo di un contributo statale.
Finiti i soldi furono ripresi dalle parti pubbliche dopo la sottoscrizione del protocollo d'intesa. Fu realizzato dapprima il recupero del Foyer (2005) e del suo apparato decorativo, il consolidamento delle fondamenta, predisposti gli impianti. Il 3 ottobre del 2006, il Teatro è stato espropriato in base ad un articolo collegato alla legge finanziaria del 2006 divenendo proprietà del Comune di Bari. Il 30 aprile 2008 la Corte costituzionale ha ridato la proprietà del Teatro alla famiglia Messeni Nemagna per mancanza dei requisiti di "straordinaria necessità e urgenza" previsti dall'esproprio. Il Petruzzelli, ricostruito interamente con soldi pubblici nel 2008, è stato riconsegnato al Comune di Bari il 7 settembre 2009 che lo accoglieva esclusivamente come custode. Finalmente la Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari è stata individuata come l'unico soggetto in grado di assumerne la gestione, la manutenzione e l'assicurazione e il Teatro Petruzzelli riapre ufficialmente il 4 ottobre 2009, a quasi 18 anni dal rogo, con l'esecuzione della Nona sinfonia di Ludwig van Beethoven. Il successivo 6 dicembre “Turandot” di Giacomo Puccini, regia di Roberto De Simone sotto la direzione di Renato Palumbo inaugura la prima stagione lirica del Petruzzelli, completamente ricostruito esattamente com’era nei suoi spazi fondamentali, ma con strutture all’avanguardia, sia sotto il profilo della sicurezza, delle tecnologie, e l’attività artistico-culturale della Fondazione ha ritrovato il suo palcoscenico naturale.

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