LA VITA IN UN GIORNO: I BEATLES ALLA FENICE

Pepper Lonely Hearts Club Band, l’ottavo album dei Beatles, non è solo il lavoro più conosciuto del gruppo britannico, ma è anche considerato uno dei più importanti dischi nella storia della musica pop e un capolavoro del Novecento. Per festeggiare il cinquantesimo anno dalla sua pubblicazione – che avvenne l’1 giugno 1967 in Gran Bretagna, e solo qualche mese dopo in Italia – il Teatro La Fenice propone sabato 1 luglio 2017 alle ore 20.00, The Life in a Day, una serata speciale con la partecipazione dell’attore Fabrizio Bentivoglio che vedrà protagoniste sul palco l’Orchestra del Teatro La Fenice diretta da Fabio Codeluppi e la Magical Mystery Orchestra, insieme alle voci dei Growin’ Up Singers, diretta da Paola Pascolo, serata organizzata con il sostegno di Beatlesiani d’Italia
Associati Il programma musicale prevede l’esecuzione integrale dell’album Sgt. Pepper e una scelta di brani dello stesso periodo tratti dalla colonna sonora del film The Magical Mystery Tour, tra cui le celeberrime Penny Lane e Strawberry Fields Forever. Inoltre l’Orchestra del Teatro veneziano diretta da Fabio Codeluppi eseguirà in prima italiana la Yellow Submarine Suite di George Martin. Il progetto – firmato da Eddy de Fanti e Francesco Fracassi – si avvale dei testi del giornalista Giò Alajmo e delle scenografie visive di Francesco Lopergolo. Icona mitica di uno dei periodi più creativi e frizzanti dell’ultimo secolo, l’album Sgt. Pepper Lonely Hearts Club Band è frutto di un lavoro complesso – circa 700 ore di studio di registrazione, un tempo eterno per la discografia dell’epoca – che ha visto la collaborazione e l’interazione dei quattro ragazzi di Liverpool con George Martin, autore e musicista oltre che loro storico produttore, con una schiera di tecnici e con un’equipe di artisti guidati da Jann Haworth e Peter Blake, che hanno curato la confezione e la copertina del concept album, altrettanto celebrata e rivoluzionaria. Un mix di creatività, sperimentazione, tecnologia, diversità di linguaggi e strumenti a cui tanta arte da allora a oggi deve molto.
Dal 1991 i Magical Mystery nell’affrontare il repertorio beatlesiano hanno fatto della ricerca filologica e dello stile il loro obiettivo principale. Nel cammino verso tale obiettivo sono giunti a Abbey Road dove, a fine gennaio 2005, hanno inciso Rain e I am the walrus, in una loro personale reinterpretazione che unisce all’estremo rigore filologico una vena compositiva essenziale, attenta alla logica e allo spirito dei brani e dell’epoca in cui furono concepiti. Partiti inizialmente come duo voci e chitarre acustiche, i Magical Mystery sono oggi un ensemble di oltre dieci elementi la cui originalità è rappresentata dall’aggiunta al tradizionale strumentario pop di un quartetto d’archi, di una sezione fiati e di un attore, con cui è possibile dare massimo risalto alla suadente classicità di molte composizioni di John Lennon e Paul McCartney e, soprattutto, interpretare quelle canzoni che gli stessi Beatles non hanno mai eseguito dal vivo ma solo in studio di registrazione. Informazioni: www.teatrolafenice.it. (comunicato stampa)

Commenti

Post popolari in questo blog

ADDIO A GIUSEPPE BOTTA, TENORE DAL TIMBRO INCONFONDIBILE E PRESENZA COSTANTE NEI CARTELLONI DEL TEATRO VERDI DI TRIESTE

ANDREA ZAUPA: UNA CARRIERA TRA CANTO, MEDITAZIONE E FOTOGRAFIA. INTERVISTA CON IL BARITONO VICENTINO CHE STA PER DEBUTTARE NEL PERSONAGGIO DI SCARPIA

E IL TROVATORE CONQUISTA POZZUOLO DEL FRIULI: prodotta e diretta con valore da Tiziano Duca, una delle opere più popolari di Verdi chiude la Trilogia iniziata con Ernani e proseguita con Un Ballo in maschera nella magnifica cornice di Villa Gradenigo Sabbatini. Apprezzato il protagonista Gustavo Porta