ADDIO AD ALBERTO RINALDI, BARITONO DI CARRIERA INTERNAZIONALE. Domani, sabato dciannove, a Roma i funerali di Dado, l'ultimo della stirpe musicale dei Rinaldi
Alberto Rinaldi, per tutti nell’ambiente della musica, in cui era nato, Dado, si è spento ieri mattina a Roma, la città in cui era nato, all’età di ottantaquattro anni.
C’eravamo incontrati qualche anno fa proprio a una prima dell’Opera, teatro cui il baritono romano era molto legato, e, come sempre, si era dimostrato affabile e cordiale. Un uomo e un artista di straordinaria simpatia e comunicativa. I funerali sono fissati per domani, sabato diciannove agosto alle undici nella chiesa di Cristo Re in viale Mazzini, a Roma.
Dado faceva parte di una famiglia molto conosciuta a Roma. Era figlio del noto critico musicale del Messaggero, Mario Rinaldi, che al Teatro dell’Opera si occupò per qualche tempo dell’ufficio stampa e fu attivo, con puntuali cronache della vita musicale romana, su emittenti locali fino in tarda età. Suo nonno era Alberto Gasco, critico musicale della Tribuna.
I suoi fratelli, Sandro, voce ben nota di RadioTre per chi ama la musica d’arte, e Maurizio, direttore d’orchestra e compagno di Franca Valeri, l’hanno preceduto nel lasciarci. Ora il cerchio si chiude, e un altro pezzo importante di vita musicale italiana passa senza, per ora, avere eredi.
Alberto Rinaldi è stato un baritono dalla grande e lunga carriera internazionale. Dopo il debutto a Spoleto in Simon Boccanegra di Verdi in cui vestì i panni del protagonista e fu preferito dalla giuria al coetaneo Renato Bruson, Dado si presentò nel 1963 all’Opera di Roma, Marcello in La Bohème diretta da Oliviero De Fabritiis e messa in scena da Franco Enriquez, Ilva Ligabue e Gianni Raimondi i protagonisti.
Nel 1965, mi ricorda un assiduo spettatore del Teatro dell’Opera che non ama, essere nominato, fu il protagonista maschile in Dido and Aeneas di Purcell. Dirigeva Carlo Felice Cillario, la regia era di Beppe Menegatti e Marguerite Willauer sosteneva il personaggio centrale.
La recita era molto attesa e, a un certo punto, nel ridotto semivuoto dell’Opera si presentò Mario Del Monaco con mantella a ruota, in attesa di omaggi di fans che non arrivavano, tutti concentrati sul debutto di Dado.
Al termine dell'aria di Aeneas, conclusa con un acuto smorzato si udì da un palco un vigoroso “bravo”. A fine spettacolo nel camerino di Aeneas entrò proprio Del Monaco, scansò i presenti per abbracciare “il carissimo Dado” cui disse “hai sentito che bravo! squillante ti ho voluto dedicare?”.
Nel frattempo, nel 1964 Rinaldi si era già presentato al Gran Teatro La Fenice in Madama Butterfly accanto a Virginia Zeani, in La Bohème con la Carteri e Aragall e, da protagonista, in Il Barbiere di Siviglia di Rossini in cui era Figaro accanto all’Almaviva di Alfredo Kraus e conquistò i favori del pubblico di Venezia, dove tornò con grande frequenza.
Al 1967 risale l’approdo al palcoscenico della Scala nei panni di Ottone in un’Incoronazione di Poppea di Monteverdi dal cast stellare. Grace Bumbry era Poppea e Giuseppe Di Stefano Nerone, Leyla Gencer, dal canto suo prestava lacrime dolorose al canto dell’Imperatrice ripudiata Ottavia. Dirigeva Bruno Maderna, la regia era della Wallmann.
A Milano Dado tornò con una certa frequenza, fu Albert nel celebre Werther diretto da Georges Prêtre negli anni Settanta, con Alfredo Kraus in stato di grazia e la rivelazione Elena Obratzsova, commovente Charlotte. Daniela Mazzucato, che di quel Werther era innamorata, essendo la piccola Sophie, ricorda la simpatia e l’umanità di Dado, con cui sia lei, sia Max-René Cosotti hanno spesso lavorato.
Simpatia confermata dallo scenografo e costumista di quella splendida edizione di Werther messa in scena da Giulio Chazalettes, Ulisse Santicchi. “Quanto abbiamo riso e scherzato con lui” ci racconta al telefono da Verona. “Ricordo una Iolanta di Ciaikovskij che facemmo assieme. La protagonista non era mai contenta dei costumi e mi faceva impazzire lui no. Anzi, era talmente contento dei suoi che mi chese in dono un bozzetto, che gli regalai volentieri, perché mi era venuto molto bene. La collega protestò, come a lui sì e a me niente. E che, volevi pure un bozzetto dopo che dei tuoi costumi non ti andava bene niente, fu il commento ridanciano di Dado.”.
Il debutto alla Scala gli aprì le porte dei grandi teatri internazionali come il Covent Garden, l’Opéra di Parigi, la Staatsoper di Vienna, i Festival di Bregenz in Austria e Glyndebourne in Gran Bretagna.
Al Metropolitan di New York arrivò nel 1988 chiamato in extremis a sostituire un collega in Belcore di Elisir d’amore accanto a Giuseppe Taddei. Intelligente e musicalissimo, Dado Rinaldi era sempre pronto a sostituzioni a tambur battente. Al Verdi di Trieste, dove fece il suo debutto nel 1974 in Gianni Schicchi per la regia di Giancarlo Menotti, ritornò nel 1982 in un Falstaff, nel personaggio di Ford, diretto da Bartoletti in sostituzione di Renato Cesari e ripeté l’exploit qualche anno più tardi quando, dopo un acceso diverbio fra il Maestro Bruno Campanella e Alfredo Mariotti, questi lasciò la produzione di Italiana in Algeri che inaugurava la stagione 1991/1992 per la regia di Stefano Vizioli e a interpretare Mustafà fu proprio lui, Alberto Rinaldi.
Cantò Mozart e Cimarosa, Rossini e Donizetti, Verdi e Puccini guidato dalle bacchette di Claudio Abbado, Daniel Barenboim e Carlo Maria Giulini, Antonio Pappano con cui incise La Rondine di Puccini, il già citato Georges Prêtre e Wolfgang Sawallish e diretto da registi del calibro di Franco Zeffirelli e Luca Ronconi, Jean-Pierre Ponnelle e Michel Hampe, e molti altri. Di lui restano diversi dischi, come una non memorabile incisione del Matrimonio segreto di Cimarosa diretta da Barenboim per la Deutsche Grammophon in cui il suo Conte Robinson svetta per arguzia e simpatia fra nomi altisonanti ma mal utilizzati, a cominciare dalla coppia Dietrich Fischer-Dieskau e Julia Varady.
All’attività di cantante Rinaldi ha affiancato quella didattica, curando il laboratorio /masterclass al Cantiere dell’Opera di Montepulciano e ha condotto Masterclass di alto perfezionamento alla Deutsche Staatsoper am Rhein di Düsseldorf. Riposi sorridente, come ha vissuto, nella luce. di Rino Alessi
18/08/2023 Info e Foto: https://www.corriere.it/spettacoli/23_agosto_17/addio-baritono-alberto-dado-rinaldi-d17dca48-3cf8-11ee-9c8d-c4ac32cd9eb1.shtml https://archiviostorico.operaroma.it/persona/alberto-rinaldi bellaunavitaallopera.blogspot.com
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