DANIELA BARCELLONA TORNA A ROSSINI, MA NON PER SEMPRE: L'IMPORTANTE E' VARIARE....

Che cosa fa Daniela Barcellona a Trieste? “Ci vengo di tanto in tanto, o meglio, ci vengo abbastanza spesso. I miei genitori mi riescono a seguire meno di una volta e se lo fanno, mi raggiungono quando canto in Italia. Ma, siccome in Italia canto poco, le occasioni per stare assieme sono diventate abbastanza poche.”.
Ed ecco che il mezzosoprano che porta il nome di Trieste in tutto il mondo torna all’ovile, sempre accompagnata dall’inseparabile Alessandro Vitiello, a ritrovare gli affetti, gli amici, la casa che ha preso in città, lasciando Ronchi. La sua residenza, però, adesso è all’estero, a Lugano: “È un fatto di comodità. Raggiungiamo tutte le località europee in macchina senza problemi. Adesso, per esempio, sto per tornare a Monaco di Baviera per due rappresentazioni di Semiramide e altre di Falstaff. Sono riprese che non richiedono troppe prove e, in questo modo, riesco a organizzare meglio la mia vita e quella di Alessandro….”.
E’ stato un periodo molto rossiniano questo, per Daniela che è tornata, dopo tanto Verdi, dopo Cavalleria rusticana, Samson et Dalila e Les Troyens al suo primo amore: i capolavori seri di Gioachino Rossini con i suoi eroi “en travesti, Tancredi, Arsace e via dicendo. Sono personaggi che ama Daniela Barcellona: “per la loro intensità emotiva “spiega “un’intensità di cui sento bisogno e che rivela un’interiorità profonda che non ritrovo, per esempio, nel Rossini buffo. Tanto è vero che Barbiere e Cenerentola, capolavori assoluti per carità, li ho un po’ messi da parte.”. E’ un’interiorità che invece è propria a Santuzza, a Didone, paradossalmente anche ad Amneris in Aida… “Dalila lasciamola stare, è un mondo a parte…” scherza la Barcellona. “Io credo che il mezzosoprano abbia bisogno di questa interiorità per esprimersi pienamente.”. In Italia, all’orizzonte, ci sono solo la Nona Sinfonia di Beethoven che Daniela Barcellona canterà all’Arena di Verona in agosto diretta da Oren e un concerto di canto alla Scala in ottobre con Alessandro Vitiello: “le nostre carriere sono diventate una carriera unica.”. Inutile chiederle come mai canta così poco in Italia. “I motivi sono sempre gli stessi, non c’è programmazione, si decide tutto all’ultimo momento e quando ti arriva la proposta sei già impegnata.”. Per il prossimo futuro c’è Monaco, quindi, poi Marsiglia per un altro Tancredi – l’ha appena interpretato a Valencia – ma questa volta in forma di concerto. Poi c’è Londra, di nuovo Semiramide, un’Aida a Corfù e da lì un periodo piuttosto lungo in Canada, a Lunenburg, dove assieme al marito terrà una masterclass dedicata a Tancredi. “E’ un Paese in cui torno volentieri. L’11 settembre 2001 siamo stati dirottati in Canada perché il nostro aereo stava per atterrare a New York e saremmo stati abbattuti. Fu un caso ma feci la prima conoscenza con un mondo molto diverso dagli Stati Uniti, un mondo più semplice, meno votato ai soldi e più a godere ogni aspetto della vita. Più recentemente ho lavorato con Noseda a Toronto per i nostri Requiem di Verdi.”.
Un’altra meta ricorrente nel girovagare per il mondo di Daniela e Alessandro è il Giappone. Ci sono stati per la prima volta con il Teatro Verdi di Trieste e con Tancredi che per la prima volta era rappresentato in Giappone, “e ci torniamo sempre molto volentieri!”. La vita al di fuori della carriera: è possibile per un’artista sulla cresta dell’onda, come lei? “Mica tanto” sospira. “Speravo, andando avanti negli anni e trasferendomi a Lugano, di diradare un po’ la mia attività e godermi un po’ di più la casa, ma poi ti chiamano e cosa fai?”.
Parti, è naturale… Pensa mai, Daniela Barcellona, al dopo carriera, a quando smetterà di cantare? “Non molto. Però posso dire che l’esperienza delle masterclass è già una valvola di sfogo e un’ancora nel mondo della musica. Senza contare che i personaggi di carattere ho già cominciato a interpretarli perché mi divertono e quelli ti allungano la carriera… Cosa farò quando smetto, cosa faremo? Ci sono tanti hobby che non possiamo coltivare, non credo sarà quello il problema. Ci dedicheremo di più alla famiglia, faremo tutto quello che non siamo mai riusciti a fare…”. E Trieste? “E’ sempre nel mio cuore e ci torno spesso e volentieri. L’anno scorso con Alessandro ci siamo regalati l’appuntamento di Palmanova con la Mitteleuropa Orchestra: un’occasione per tornare in regione e passare le feste con i miei. Altro all’orizzonte non c’è.”. Meglio non chiederle quali nuovi personaggi sta preparando. Daniela Barcellona ricorda solo il prossimo, che è Laura Adorno ne La Gioconda che canterà a Berlino il prossimo anno. Poi tornerà a Santuzza, ma non sa dove e quando, deve andare a verificare. Quello che le preme, però è variare: “Giulietta Simionato ha cantato tutto con la sua voce e non se l’è rovinata. Ha avuto una carriera lunghissima.”. L’esempio è quello, pare di capire, “Certo, l’esempio è quello, anche se entrambi siamo dell’opinione che, il lavoro è sicuramente molto importante, la carriera una cosa bellissima, ma non sono tutto nella vita.”. di Rino Alessi 4/07/2017 bellaunavitaall’opera@blogspot.com

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