PIERO CAPPUCCILLI NASCE A PORTO PICCOLO UNA FONDAZIONE INTITOLATA AL BARITONO TRIESTINO DA LEGGENDA
Nasce a Trieste la Fondazione Piero Cappuccilli intitolata al Principe dei baritoni o, per citare il titolo della monografia che gli ho dedicato un baritono da leggenda.
Piero Cappuccilli è nato a Trieste nel 1926, ha debuttato a Trieste nel 1951, ha studiato a Trieste con Luciano Donaggio, è tornato spessissimo sul palcoscenico del Teatro Verdi, dove aveva mosso i suoi primi passi in piccoli ruoli, nel 1952 fu Silvano in Un ballo in maschera sotto la direzione di Molinari Pradelli accanto a Gianni Poggi, l’indimenticabile Carlo Tagliabue che era Renato, il personaggio che Cappuccilli interpreterà in tutto il mondo, e ancora Costantina Araujo, Dora Minarchi e Maria Erato. A Trieste Cappuccilli è anche morto nel 2005.
La Fondazione, di cui è Presidente la figlia di Piero, Patrizia, nata a Trieste anche lei, ha sede a Porto Piccolo, Sistiana. Anima dell’attività è la cofondatrice Greta Mariani, figlia di Patrizia e nipote di Piero. La Fondazione fa riferimento a un sito, www.pierocappuccilli.it e a una pagina Facebook dedicata e si presenta intanto, in piena estate, come partner della manifestazione intitolata The Prometheus Project.
Una serata a inviti che ha in scaletta il vernissage di una mostra di Davina Jackson che ha per titolo A sculptor in paint ed è abbinata all’esibizione al pianoforte di un musicista triestino i cui concerti a Trieste si sono fatti rari. Possiamo dire che suonerà un Fazioli e dedicherà la sua esibizione a Piero Cappuccilli.
La Fondazione insomma nasce internazionale come internazionale fu la carriera di Piero Cappuccilli. Se la costante presenza nei cartelloni milanesi e l'affetto del pubblico della Scala che in Cappuccilli trova il degno successore dei grandi baritoni verdiani del passato, - e in particolare di Ettore Bastianini, con il quale il passaggio di testimone avviene nel '64 a Napoli quando l'uno, a fine carriera canta contemporaneamente all'altro, ne La dannazione di Faust e in Roberto Devereux - sembrano legarlo indissolubilmente a Milano, la carriera del cantante triestino non si esaurisce nella sala del Piermarini.
Dalla seconda metà degli anni Sessanta e per tutti gli anni Ottanta lo troviamo frequentemente ospite della Staatsoper di Vienna, del Gran Teatro del Liceu di Barcellona, del Colon di Buenos Aires, dell'Arena di Verona, della Lyric Opera di Chicago, del Covent Garden di Londra dove debutta nel 1967 nella celebre Traviata in bianco e nero di Luchino Visconti sotto la direzione di Carlo Maria Giulini e accanto a Mirella Freni. Insomma, una carriera autenticamente internazionale che trova la sua grande consacrazione con la chiamata di Herbert von Karajan che, a partire dal 1975, vorrà frequentemente Cappuccilli nelle sue compagnie di canto al Festival di Salisburgo e nelle incisioni discografiche che ne saranno il corollario.
Anche il rapporto con il teatro della sua città si rinsalda. Al Teatro Verdi di Trieste, Cappuccilli torna frequentemente in ruoli da protagonista ed è Ford nel Falstaff con Gobbi, Alva e la Barbieri, poi Valentino nel Faust di Gounod con la Scotto e Arié, Gérard in Andrea Chenier di Giordano con Umberto Borsò e Luisa Maragliano, e, dagli anni Settanta, Simon Boccanegra, sul podio il compianto Gianandrea Gavazzeni che preparò l'artista all'imminente inaugurazione scaligera, Renato nel Ballo in maschera con Bergonzi, la Malaspina e l'effervescente Oscar di Daniela Mazzucato, Rigoletto, Jago in Otello accanto all'amico e concittadino Carlo Cossutta e a Raina Kabaivanska che accanto a lui aveva debuttato, tre volte il vecchio Doge ne I Due Foscari, Carlo V nell'Ernani diretto, anche questa volta da Molinari Pradelli con la Zampieri, Merighi e Ferrin, e Macbeth accanto a Ghena Dimitrova.
Noi, però, che lo abbiamo applaudito e incontrato nel corso di tante serate sul palcoscenico del Teatro Verdi, lo vogliamo ricordare soprattutto per l'Otello che inaugurò la stagione 1975-1976 e che, a tutt'oggi, resta nella memoria del pubblico triestino come la più perfetta esecuzione in loco di un'opera verdiana.
E per la sua ultima apparizione pubblica, sempre sul palcoscenico del Teatro Verdi, nel dicembre del 2003. Si dava Tosca (e Cappuccilli è stato anche un notevolissimo Scarpia) e l'allora sovrintendente Juan Cambreleng Roca, con gesto di grande sensibilità, volle Piero Cappuccilli ospite d'onore della prima in una serata che gli fu dedicata. Al termine della recita il pubblico in piedi, acclamò il suo idolo, coprendolo di applausi assieme a Daniel Oren, a Fiorenza Cedolins, a Salvatore Licitra, a Lado Ataneli. Fu una commovente e meritatissima standing ovation che Cappuccilli accolse commosso e quasi incredulo. E con l'umiltà dei grandi.
info@pierocappuccilli.it
di Rino Alessi
22/07/2017
bellaunavitaallopera.blogspot.com
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