RICORDANDO PIPPO DI STEFANO NEL GIORNO DEL SUO COMPLEANNO E UNA DELLE SUE PARTNER IN SCENA, FIORELLA CARMEN FORTI
Nel giorno del compleanno di Giuseppe, o meglio Pippo Di Stefano nato a Motta Sant’Anastasia in provincia di Catania, e scomparso qualche anno fa mi vengono in mente i suoi fortunati esordi che lo misero subito in luce nell’immediato secondo dopoguerra dopo il periodo trascorso in Svizzera. Il debutto in Manon di Massenet avvenne a Reggio Emilia e già l’anno dopo era Des Grieux alla Scala diretto da Antonio Guarnieri.
In quella stessa stagione esordì anche al Verdi di Trieste ne I Pescatori di perle accanto ad Alda Noni e Carlo Guichandut sotto la direzione di Umberto Berrettoni. Ritornò al Verdi in Werther ma in precedenza si era presentato in Manon, che era un po’ il suo cavallo di battaglia, al Cortile delle Milizie del Castello di San Giusto accanto a Margherita Carosio.
Nel 1953 fu di nuovo Nadir a San Giusto in una stagione estiva che Mario Del Monaco aveva inaugurato con Aida e che Tito Gobbi chiuse con Il Barbiere di Siviglia.
Partner di Pippo furono in quei Pescatori di Bizet en plein air Ettore Bastianini e la ravennate Fiorella Carmen Forti, che assieme a Bastianini fu Thaïs al Verdi in un’edizione che fece scalpore per i costumi succinti che la giovane primadonna sfoggiava nei panni della cortigiana che si redime.
Fiorella Carmen Forti, del resto, aveva dei trascorsi da Miss e degli inizi cinematografici che la videro debuttare in quelle pellicole in cui l’opera era divulgata attraverso la cinepresa accanto a Gina Lollobrigida e Sophia Loren.
La Forti era nata a Piangipane, in provincia di Ravenna, nel1925, aveva completato gli studi di canto a Santa Cecilia con Manfredo Polverosi perfezionandosi, tra gli altri, con Riccardo Stracciari. Debuttò nel 1946 in Violetta e pure lei, bruciò le tappe. Nel 1947 era già alla Scala: Lauretta nel Gianni Schicchi e Suzel ne L'amico Fritz. A Roma si presentò come Micaela in Carmen.
Fra il 1948 e il 1955 la sua fu una carriera internazionale con apparizioni in America meridionale, al Colon e a Rio de Janeiro, oltre che a Lisbona, dove fu Nannetta in Falstaff e ancora alla Fenice, al Petruzzelli di Bari, al Comunale di Bologna. Al Maggio Fiorentino si presentò ne La pietra del paragone. Un matrimonio importante l’allontanò dalle scene e Fiorella Carmen Forti preferì lasciare un bel ricordo di sé e dedicarsi alle gioie della famiglia.
Ritornò in palcoscenico alla fine deli anni Sessanta con una lunga tournée in Gran Bretagna in cui fu Mimì in La Bohème. A quel periodo appartengono le fugaci apparizioni napoletane, dove subentrò a Beverly Sills nelle ultime rappresentazioni de La Traviata dirette da Thomas Schippers al San Carlo, all’Opera Nazionale di Atene dove fu ripetutamente Violetta e, soprattutto, al Festival di Spoleto dove cantò la Maria Golovin di Menotti. Fu in quell’occasione che ebbi l’opportunità e la fortuna di ammirarne il talento di attrice - la voce era ormai rovinata – e la bellezza, appena sfiorita, della donna. Riposino in pace sia Pippo Di Stefano sia Fiorella Carmen Forti.
di Rino Alessi
23/06/2017
bellaunavitaallopera.blogspot.com
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