RIGOLETTO è il terzo titolo del 95° Festival Lirico all'Arena di Verona - Prima, domani, sabato 1 luglio 2017 ore 21.00

Sabato 1 luglio alle ore 21.00 Rigoletto di Giuseppe Verdi torna sul palco dell’Arena di Verona per la 95a edizione dell’Opera Festival 2017. L’opera, in scena per 5 serate fino al 27 luglio, è proposta per la regia di Ivo Guerra, le scene di Raffaele Del Savio ed i costumi di Carla Galleri; sul podio Julian Kovatchev. Il titolo vede impegnati l’Orchestra, il Coro preparato da Vito Lombardi ed i Tecnici dell’Arena di Verona insieme a numerose comparse. Repliche: 6, 14, 19, 27 luglio, ore 21.00
Il primo titolo della “Trilogia popolare” verdiana, su libretto di Francesco Maria Piave, è un’opera che affonda le sue radici proprio in terra scaligera: pochi mesi dopo la sua prima esecuzione assoluta avvenuta l’11 febbraio 1851 al Teatro La Fenice di Venezia, Rigoletto approda infatti nel dicembre dello stesso anno al Teatro Filarmonico di Verona; sedici anni più tardi, il 7 marzo 1867 sempre al Filarmonico, anche Giuseppe Garibaldi assisterà ad una rappresentazione del melodramma verdiano suscitando grande entusiasmo tra il pubblico. In Arena l’opera viene messa in scena la prima volta nel 1928, per tornare poi in cartellone per altre 15 stagioni fino ad oggi in 10 differenti allestimenti. Nella classifica delle opere più rappresentate nell’anfiteatro si posiziona al settimo posto, con un totale di 97 rappresentazioni.
Definita dallo stesso Giuseppe Verdi la sua «opera migliore», Rigoletto viene terminata il 5 febbraio 1851 a Busseto. Per la sua vena “verista” il titolo appartiene, insieme ai successivi Il Trovatore e La Traviata, alla già citata “Trilogia Popolare” che molti critici hanno visto essere la premessa alla nascita del dramma borghese di fine Ottocento. Il soggetto, infatti, è incentrato sulla drammatica figura del buffone di corte Triboulet del romanzo Le Roi s’amuse di Victor Hugo, come il compositore scrive più volte nel 1850 all’amico librettista Francesco Maria Piave: «Le Roi s’amuse è il più gran soggetto che ho trovato finora, e forse il più gran dramma dei tempi moderni […]. Io trovo appunto bellissimo rappresentare questo personaggio esternamente difforme e ridicolo, internamente appassionato e pieno d’amore». La partitura delinea quindi caratteri psicologicamente complessi e sfaccettati, combinando la ricchezza melodica con la forza dell’azione scenica. Ne risulta un’opera in tre atti tanto grottesca quanto sublime, che ruota attorno al leitmotiv della maledizione, tema che ricorre dal preludio alla conclusione in una riuscita simbiosi di musica e testo. La lettura che il regista Ivo Guerra offre al pubblico è fedele al libretto e alle indicazioni della partitura, e prende ispirazione dalla prima rappresentazione areniana di Rigoletto del 1928, come omaggio alle grandiose messe in scene dei primi festival lirici. L’allestimento debutta nel 2003 con grande successo, tanto da essere poi ripreso nel 2004, nel 2008 e nel 2013, in occasione del Festival del Centenario dell’Arena di Verona. La messa in scena si può definire elegantemente tradizionale, con elementi di modernità identificabili soprattutto nel movimento attoriale e nel trucco quasi espressionista dei figuranti; una scelta evidenziata sia dalla scenografia, per lo più pittorica, ad opera di Raffaele Del Savio che finemente riproduce sulle gradinate areniane l’aspetto rinascimentale della città di Mantova, sia dai ricercati costumi cinquecenteschi ricreati da Carla Galleri.
In scena per il Festival lirico 2017 vediamo alternarsi cast di richiamo internazionale diretti dalla bacchetta di Julian Kovatchev, a partire dal ruolo del titolo interpretato dal giovane baritono mongolo Amartuvshin Enkhbat (1, 6/7) al suo debutto nell’anfiteatro veronese, a cui succede l’apprezzato Carlos Álvarez (14, 19/7); per l’ultima recita invece è eccezionalmente protagonista il grande Leo Nucci (27/7), unanimemente riconosciuto nel mondo della lirica quale Rigoletto per eccellenza e che, soltanto all’Arena, ha magistralmente interpretato il buffone verdiano per oltre 45 volte. Vestono quindi i panni del Duca di Mantova Gianluca Terranova (1, 27/7), Francesco Demuro (6/7) e, per la prima volta in Arena, Arturo Chacón-Cruz (14, 19/7), impegnati a sedurre Elena Mosuc (1/7), Jessica Pratt (6/7), Ekaterina Siurina (14, 19/7), al suo debutto con Fondazione Arena, e Jessica Nuccio (27/7) che si alternano in Gilda. Il basso Andrea Mastroni è Sparafucile, mentre il mezzosoprano Anna Malavasi torna nel ruolo della sorella Maddalena. Completano il cast note voci areniane: Alice Marini in Giovanna, Nicolò Ceriani nel Conte di Monterone, Marco Camastra come Marullo, Francesco Pittari in Matteo Borsa, Dario Giorgelè nel Conte di Ceprano; ritroviamo poi la voce di Marina Ogii per la Contessa di Ceprano, mentre Omar Kamata debutta in Arena interpretando l’Usciere di corte, così come Lara Lagni nel Paggio della Duchessa. (Comunicato Stampa) Informazioni Ufficio Stampa Fondazione Arena di Verona – Via Roma 7/D, 37121 Verona tel. (+39) 045 805.1861-1905-1891-1939 - fax (+39) 045 803.1443 ufficio.stampa@arenadiverona.it – www.arena.it

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