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Visualizzazione dei post da maggio, 2017

PAOLO STOPPA: E' SEMPLICE CIAMPA SONO IO

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Affabile, sorridente, gentile, addirittura ottimista, Paolo Stoppa fa di tutto per smentire la sua fama di uomo dal carattere difficile. Sarà per il distacco che gli deriva da una non più rosea età, settantotto anni splendidamente portati, o per il successo che accompagna ogni sua apparizione. A fine stagione sarà con Giorgio Strehler per un Beckett, L' ultimo nastro di Krapp, al Piccolo di Milano. Nel frattempo si accinge ad essere, come lo scorso anno, lo scrivano Ciampa del pirandelliano Berretto a sonagli. Il debutto, a fine mese, è fissato al Goldoni di Venezia, regista Luigi Squarzina ("sarà un caso, ma ho iniziato a provare proprio al termine della Biennale, loro se ne vanno e arrivo io...") e, dopo Venezia, sarà a Roma, al Teatro Quirino. Lo hanno appena invitato a Taormina, alla festa del teatro, e lui è andato a raccogliere applausi. Lo invitano a festeggiare i sessant' anni della radio e lui, felice, accetta. Anche se di radio in cinquantasette anni di carr

BARI: BISANTI E BISLERI DAL PETRUZZELLI CON PASSIONE

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Incontro Giampaolo Bisanti, direttore d’orchestra, e Pier Paolo Bisleri, scenografo, alla vigilia dell’ottavo concerto della Stagione Sinfonica 2017 della Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari. Un concerto, per la cronaca, molto applaudito che ha visto l’Orchestra del Teatro Petruzzelli rispondere con prontezza, dinamismo e bel suono alle richieste del Maestro. In Smetana, la celebre Die Moldau, ha colpito la compattezza del suono confermata nel complesso Concerto in re minore WoO 23 per violino e orchestra di Robert Schumann in cui si è messa in luce la straordinaria Veronika Eberle. Le due Suite da Peer Gynt di Edvard Grieg op. 46 e 55 nella seconda parte hanno poi portato il pubblico all’entusiasmo. Bisanti, milanese, quarantenne, è considerato uno dei più brillanti direttori d’orchestra della sua generazione. Bisleri, più avanti negli anni è invece triestino ed è uno degli scenografi più apprezzati e attivi in Italia sia nel teatro di prosa sia in quello musical

GIORGIO CAODURO: FIGARO PER SEMPRE

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Ritroviamo Giorgio Caoduro, monfalconese di nascita, cresciuto a Lignano e triestino di residenza, a quasi vent’anni dal debutto: correva l’anno 2000 e Caoduro, fresco di diploma al Conservatorio Tartini di Trieste sotto la guida di Cecilia Fusco, vinse il Concorso As.Li.Co. e si presentò al pubblico con un’opera di Rossini, Le Comte Ory. “Il debutto fu fortunato” ricorda Giorgio Caoduro di cui sono stato, credo senza tema di smentita, uno dei primi a scrivere in modo lusinghiero all’indomani della vittoria dell’As.Li.Co e dell’audizione, felicissima, all’Opéra di Parigi che lo catapultò, giovanissimo, a cantare Dandini e poi Figaro al Palais Garnier negli anni gloriosi della gestione di Hugues Gall. Cosa è cambiato rispetto ad allora? “L’orizzonte si è ampliato. Dall’estremo Est del mondo all’Ovest degli Stati Uniti, la mia attività mi tiene impegnato e mi gratifica.”. Alla Sidney Opera House si sente in famigia e, “bontà loro, mi danno una fiducia enorme per la frequenza e l’importa

LUCA SALSI SARA' GERARD NELLO CHENIER DI SANT'AMBROGIO

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Luca Salsi è uno dei protagonisti dell’Andrea Chénier di Umberto Giordano che il 7 dicembre prossimo inaugurerà la nuova stagione del Teatro alla Scala, con la direzione musicale di Riccardo Chailly e la regia di Mario Martone. Salsi vestirà i panni del rivoluzionario Carlo Gérard, accanto a Yusif Eyvazov (Andrea Chénier) e Anna Netrebko (Maddalena di Coigny), dopo aver recentemente debuttato nel medesimo ruolo alla Bayerische Staatsoper di Monaco, al fianco di Jonas Kaufmann e Anja Harteros. Per l'occasione ha scritto di lui la «Abendzeitung»: “Luca Salsi ha la voce perfetta per la parte del servitore ribelle e poi capo della rivoluzione Gérard. Un baritono con una voce potente, capace di esprimere forte carnalità e desiderio.” Luca Salsi qui in un servizio fotografico di Fabrizio de Blasio ritorna nella sala del Piermarini dopo il personale successo ottenuto come protagonista de I due Foscari del 2016. “Sono felice di affrontare nuovamente il ruolo di Gérard – dice il baritono –

SONYA YONCHEVA: E' NATA UNA STELLA

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E' nata una stella, titolava l'autorevole "Le Monde" riferendosi alla nuova Lucia di Lammermoor dell'Opéra Bastille: Sonya Yoncheva. Bulgara, è nata a Plovdiv e nel suo Paese si è formata, ma è cittadina del mondo questa giovane artista. La incontriamo a Parigi, mentre si appresta a lasciare la produzione di Andrei Serban del capolavoro donizettiano per ritrovare un'altra eroina che le ha preso il cuore, Violetta de La Traviata, Verdi. Come dire, due personaggi culto del grande repertorio italiano che per ogni cantante rappresentano un punto d'arrivo più che di partenza. Osare interpretarli ripetutamente nel corso di una stessa stagione è impresa che in poche possono tentare. "Quando mi è arrivata la proposta di debuttare in Lucia di Lammermoor alla Bastille sono stata presa dalla paura. E' un personaggio nuovo per me, molto diverso da quelli che affronto abitualmente, sì, ci avevo pensato ma, come dire, tra virgolette...". In che senso? &qu

SETTIMO PREMIO TEATRALE TANTADRUJ

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Sono stati consegnati ieri sera al Kulturni dom di Trieste i premi teatrali del litorale TANTADRUJ, promossi dal Teatro Stabile Sloveno, dal Teatro di Capodistria e dal Teatro nazionale di Nova Gorica. Il premio alla carriera è stato assegnato all’attrice triestina MIRANDA CAHARIJA, che partecipò anche al film di Franco Giraldi "Un anno di scuola". Il premio al migliore spettacolo è andato viceversa a SHOCKHEADED PETER del Teatro nazionale di Nova Gorica, il premio per meriti artistici ai tre protagonisti dello spettacolo del Teatro nazionale di Nova Gorica VECCHI CLOWN Radoš Bolčina, Gojmir Lešnjak Gojc e Iztok Mlakar. La cerimonia di premiazione, con la presentazione di Mitja Tretjak, è stata ideata da Igor Pison. Sua è anche la regia dello spettacolo in un atto che è stato parte integrante della serata, ovvero "Ismene" della drammaturga olandese Lot Vekemans nell'interpretazione molto centrata della sempre brava Nikla Petruška Panizon

UN INCONTRO (VITALE) DI SESSO ED ETA'

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ROMA - Maurizio Scaparro torna alla Venexiana. Allora, la prima volta che lo mise in scena e cioè al Festival dei Due Mondi di diciannove anni fa, la proposta di rappresentare un testo poco noto di un autore italiano gli venne da Giancarlo Menotti. Scaparro era alla sua seconda regia. Scelse la Venexiana di Anonimo del ' 500 perchè, racconta oggi "era un testo pericoloso, ma che aveva senso fare". Fu un grosso successo, per Scaparro e per Laura Adani, che dello spettacolo ne è stata la protagonista, per tre anni consecutivi. Da allora, in questi diciannove anni, la Venexiana è stata ripresa più volte, da altri registi e da altre attrici. Da Giancarlo Cobelli, ad esempio, che la mise in scena anni addietro con Alida Valli. Domani sera, all' Argentina, la Venexiana torna in palcoscenico, prodotta dal teatro di Roma, regista Scaparro, protagonista, nel ruolo di Anzola, la donna matura che insegue la giovinezza legando a sè Julio, in un gioco d' amore in cui trionfa

O SALUTARIS HOSTIA

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ZENO RIVIVE A TRIESTE TUTTO IL SUO DISAGIO

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TRIESTE - "Perchè faccio Svevo in televisione? Forse perchè non ha un senso farlo, visti i tempi che corrono. E ne sono felice e orgoglioso". Sandro Bolchi sta girando a Trieste La coscienza di Zeno, ha invaso la città sveviana con la sua troupe di una quarantina di persone, con Johnny Dorelli, che è Zeno, con Ottavia Piccolo, che è Augusta, la moglie, con gli altri interpreti del tv-film. "C' è un involgarimento dell' immagine televisiva" insiste il regista "la Rai scimmiotta Berlusconi. La tv di oggi è quella delle grandi stanze in cui si parla. Il resto non esiste più o quasi". Perchè, allora, questo Svevo contro corrente? "Forse per la voglia di tornare a Trieste dove ho trascorso la mia adolescenza scolastica. Mi sono riletto Zeno due anni fa, mi ha colpito l' umorismo ebraico di certe pagine e mi sono detto: "Perchè non tentare un' operazione televisiva su un romanzo bistrattato, troppo poco noto, in fondo, rispetto al suo v

JOSEF SPACEK GIOVEDI' ALL'AUDITORIUM RAI DI TORINO

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Secondo appuntamento con il Festival di Primavera dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, intitolato “I giovani talenti del violino”. Giovedì 1° giugno alle 20.30, all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino e in diretta su Radio3, è protagonista il violinista ceco Josef Špaček, che propone il Concerto n. 3 in sol maggiore KV 216 per violino e orchestra di Wolfgang Amadeus Mozart. Affermatosi rapidamente come uno dei violinisti più talentuosi della sua generazione, Špaček ha studiato con Itzhak Perlman alla Juilliard School di New York, con Ida Kavafian e Jaime Laredo al Curtis Institute of Music di Philadelphia e con Jaroslav Foltyn al Conservatorio di Praga. È stato premiato con i maggiori riconoscimenti in vari concorsi, ha suonato con le più prestigiose orchestre internazionali - Konzerthausorchester di Berlino, Essener Philharmoniker, Philadelphia Orchestra, Metropolitan Symphony Orchestra di Tokyo, Orchestre National du Capitole de Toulouse, Orchestre National de Belgiq

LA NATURA NEL MITO DI SETTEMBREMUSICA

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«Il tema naturalistico dell’undicesima edizione di MITO SettembreMusica – dichiarano i sindaci di Milano e Torino – ci permette di sottolineare quanto il nostro ecosistema non sia fatto solo di terra, acqua e cielo, cioè di cose che vediamo, ma consista anche di uno spazio sonoro, lo spazio del “sentire”, che è nostro compito proteggere, sviluppare e tenere vivo. Sostenendo la musica, contribuiamo alla varietà, all’armonia e all’equilibrio di questo spazio uditivo, favorendone la biodiversità, poiché convivono nel festival musica antica e moderna, musica classica e nuovi linguaggi, nel consueto spirito di un cartellone che propone solisti e grandi orchestre, gruppi da camera ed ensemble di varia conformazione». Dal 3 al 21 settembre, ritorna a Milano e a Torino il festival MITO SettembreMusica guidato per il secondo anno da Anna Gastel, Presidente e da Nicola Campogrande, Direttore artistico. Per l’undicesimo anno consecutivo dalla fondazione, il festival unisce nel segno della musica

LA VITA IN UN GIORNO: I BEATLES ALLA FENICE

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Pepper Lonely Hearts Club Band, l’ottavo album dei Beatles, non è solo il lavoro più conosciuto del gruppo britannico, ma è anche considerato uno dei più importanti dischi nella storia della musica pop e un capolavoro del Novecento. Per festeggiare il cinquantesimo anno dalla sua pubblicazione – che avvenne l’1 giugno 1967 in Gran Bretagna, e solo qualche mese dopo in Italia – il Teatro La Fenice propone sabato 1 luglio 2017 alle ore 20.00, The Life in a Day, una serata speciale con la partecipazione dell’attore Fabrizio Bentivoglio che vedrà protagoniste sul palco l’Orchestra del Teatro La Fenice diretta da Fabio Codeluppi e la Magical Mystery Orchestra, insieme alle voci dei Growin’ Up Singers, diretta da Paola Pascolo, serata organizzata con il sostegno di Beatlesiani d’Italia Associati Il programma musicale prevede l’esecuzione integrale dell’album Sgt. Pepper e una scelta di brani dello stesso periodo tratti dalla colonna sonora del film The Magical Mystery Tour, tra c

ORCHESTRA SINFONICA RAI LA STAGIONE 2017/2018 E' SERVITA

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Yury Temirkanov, Myung-whun Chung e Fabio Luisi sono alcuni dei prestigiosi nomi che si alterneranno a quello del Direttore principale James Conlon sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai nella Stagione 2017/2018, la prima firmata dal Direttore artistico Ernesto Schiavi. Ventiquattro concerti all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino, da ottobre a maggio, tutti in doppia serata con turno rosso alle 20.30 e turno blu alle 20. Rai Cultura li proporrà con una programmazione dedicata, in diretta su Rai5, mentre tutti saranno trasmessi – sempre in diretta – su Radio3, oltre che nel circuito Euroradio, in Eurovisione e in live streaming sul sito www.osn.rai.it. L’inaugurazione, venerdì 20 e sabato 21 ottobre 2017, è affidata a James Conlon e affianca la Prima e la Terza Sinfonia di Johannes Brahms, del quale il Direttore principale dell’Orchestra Rai propone l’integrale delle sinfonie, completandolo il 19 e 20 aprile 2018 con la Sinfonia n. 2 e la Sinfonia n. 4. Durante

TEATRO PETRUZZELLI DI BARI ELOGIO ALLA BELLEZZA

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Simbolo dell’eccellenza musicale italiana e di armoniosa bellezza architettonica il Teatro Petruzzelli, di proprietà della famiglia Messeni Nemagna, è la principale sala teatrale della città di Bari, il quarto teatro italiano per dimensioni e il più grande teatro privato d'Europa. E’ nota la “grandeur” del capoluogo pugliese: la vulgata dice che se Parigi avesse il mare sarebbe una piccola Bari. E in effetti, nella seconda metà dell’Ottocento e sulla scia delle altre grandi città italiane, Bari era già dotata di un Teatro comunale pubblico, il Piccinni, inaugurato nel 1854 e intitolato a uno dei massimi compositori pugliesi. La sua limitata capienza (circa mille posti), fu all’origine di diversi malumori cittadini. In città si cominciò a invocare un teatro “di tutti e per tutti”. In questo clima turbolento si aggiunse il successo, nel 1890, di “Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni livornese di nascita ma pugliese di adozione. Mascagni aveva, infatti, composto il suo capolavoro

IL TRIESTINO LEONARDO VORDONI "SONO UN DIRETTORE ERRANTE"

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Leonardo Vordoni, il giovane direttore d'orchestra triestino emergente da anni attivo negli Stati Uniti, è, fino al prossimo 17 giugno, sul podio del Teatro Comunale di Bologna per la nuova produzione del "Don Pasquale" donizettiano che la Fondazione felsinea ha realizzato in collaborazione con la neonata Scuola dell'Opera Italiana. Un esperimento innovativo che, alla prima, affiancava ad artisti affermati come il Don Pasquale di Michele Pertusi o l'Ernesto del giovane, ma già richiestissimo Francesco Meli, cantanti al debutto come la brillante Norina di Arianna Ballotta o il Dottor Malatesta di Davide Bartolucci. Lo spettacolo, un nuovo allestimento firmato da Alfonso Antoniozzi che da qualche tempo alterna l'attività di regista a quella di baritono rossiniano e donizettiano, da Tiziano Santi (scene), Claudia Pernigotti (costumi) e Andrea Oliva (luci) non punta sull'opulenza, ma sulle idee. Trasporta l'azione dell'opera ai giorni nostri (Norina al

BARABAU/GUSTAVO VITTIMA DI SOPRUSO

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Nella composita programmazione 2016/2017 del Gran Teatro La Fenice spicca per originalità il progetto “Opera Giovani” che nella stagione in corso ha visto rappresentato al Teatro Malibran il Dittico formato da due titoli del Novecento italiano: Barabau di Vittorio Rieti e L’aumento di Luciano Chailly su testo di Dino Buzzati. “A un primo sguardo questi due titoli sembrano non avere nulla in comune se non di essere stati creati nel Novecento” afferma il regista dello spettacolo Davide Garattini. In realtà quello che emerge dal testo, sia musicale, sia testuale, è un mondo – quello del Novecento anni Sessanta- in cui la penna sarcastica e corrosiva di Buzzati (1906-1972) trasforma un racconto, L’aumento in cui si parla di un argomento oggi di estrema attualità, il denaro, in teatro e la pièce attrae a sua volta il ferrarese Luciano Chailly (1920-2002). Chailly padre, per non confonderlo con il direttore d’orchestra Riccardo Chailly, suo figlio, fu musicista con il gusto per il teatro