SISSI, L' IMPERATRICE PIU' AMATA CANTANDO CANTANDO FA LA STORIA. LA REPUBBLICA 1995

TRIESTE - Dopo aver applaudito Il paese del sorriso di Lehar, dopo aver accolto con successo la prima edizione italiana di West Side Story di Leonard Bernstein con gli attori della Compagnia della Rancia, dopo aver conferito alla vedova di Robert Stolz, la vitalissima signora Einzi, l' edizione 1995 del suo Premio internazionale, il venticinquesimo Festival dell' Operetta triestino si avvia alla conclusione con un Gala-Suppé interamente dedicato a musiche dell' autore viennese di origine italo-dalmata Franz von Suppé che, stasera, coinvolgerà oltre all' orchestra e al coro del Teatro Verdi diretti da Alfred Eschwe, il tenore Tommaso Randazzo e il soprano Patrizia Ciofi.
L' edizione del venticinquennale sarà però ricordata soprattutto per aver tenuto a battesimo una novità per l' Italia in fatto d' operetta, la Sissi di Fritz Kreisler. Il pubblico triestino ha risposto con tale entusiasmo a questa proposta del Festival che sarà proprio il lavoro dedicato all' enigmatica figura dell' ultima Imperatrice d' Austria e d' Ungheria, a inaugurare l' edizione 1996 della rassegna. L' incontro con questa novità per il pubblico italiano era stato preparato da tutta una serie di eventi collaterali, fra cui una mostra su ' Sissi regina d' Ungheria' organizzata negli spazi della Stazione Marittima dal Museo Teatrale "Carlo Schmidl" e il ciclo di film ' Al cinema con Sissi' .
Sissi su libretto di Ernst e Hubert Marischka, è la seconda - e la più nota - fra le due sole operette scritte dal viennese Fritz Kreisler, un musicista vissuto in Europa e poi negli Stati Uniti fra il 1875 e il 1962 e oggi ricordato soprattutto per essere stato uno dei più celebri violinisti della prima metà del nostro secolo. Rappresentato per la prima volta a Vienna, al Theater an der Wien, il 23 dicembre del 1932, questo spensierato lavoro musicale mette in scena con vent' anni di anticipo le vicende sentimentali della giovane Elisabetta che, in un celebre ciclo di film sceneggiati dagli stessi Marischka negli anni Cinquanta, faranno la fortuna cinematografica di Romy Schneider. L' azione dell' operetta si svolge fra il 15 e il 17 agosto del 1853 nel castello di Possenhofen in Baviera, dove Sissi vive spensieratamente con i genitori Max e Luise e un' allegra brigata di fratellini, e Bad Ischl, e rievoca fantasiosamente l' incontro - e il successivo matrimonio - fra il venticinquenne Imperatore d' Austria e la sua giovane e irrequieta cugina bavarese. Non così lo sfarzoso spettacolo che Gino Landi ha tratto dal Singspiel originale e che si basa su un nuovo adattamento realizzato per l' occasione da Luigi Gregori e Aldo Malinverni e in cui si ripercorre a volo d' uccello tutta l' esistenza dell' Imperatrice d' Austria. Crescono di statura la protagonista, che lo spettacolo accompagna fino al settembre del 1898 quando, sul lungolago di Ginevra, viene colpita a morte da un anarchico italiano, e Francesco Giuseppe, in origine ruolo soltanto parlato, e qui vero e proprio deuteragonista tenorile dell' operetta. Diminuisce di importanza la figura di Nené, sorella maggiore di Sissi, in origine destinata in sposa all' Imperatore.
Scompare del tutto quella del principe Thurn und Taxis, innamorato di Nené. Il personaggio di Sissi si guadagna una sorta di doppio, un' apparizione spesso evocata in palcoscenico e destinata a rappresentare una sorta di coscienza del proprio rango pubblico. Anche la parte musicale, gradevole ma tutto sommato scarna e non particolarmente memorabile, viene arricchita di numeri ad hoc. Il risultato è uno spettacolo di indubbio impatto visivo che le scene e i costumi di Mario Catalano e le coreografie dello stesso Landi contribuiscono a rendere sfarzoso, ma che sembra - soprattutto nell' elaboratissima seconda parte - dare vita a una sorta di sequela di tableaux vivants di grande effetto cui mancano un esatto filo conduttore e un ritmo più serrato. Più una commedia con musiche, insomma, che una vera e propria operetta. Il pubblico ha mostrato di gradire molto questa inedita proposta teatrale, e ha applaudito generosamente tutti, dal maestro Guerrino Gruber alla bravissima Daniela Mazzucato, cui spettava il faticoso ruolo del titolo e tutti gli altri. Nell' intervallo dello spettacolo le Associazioni Italia-Austria e Festival dell' Operetta hanno consegnato ai suoi principali artefici e al sovrintendente del Teatro Verdi Lorenzo Jorio una medaglia coniata nel 1987, in occasione dei centocinquant' anni della nascita dell' Imperatrice dallo Studio Bernardi di Trieste. L' intento era, e, ahimè, tuttora è, quello di promuovere la ricollocazione del monumento a Elisabetta, oggi smontato e "parcheggiato" alle spalle delle scuderie del Castello di Miramare, nel giardino prospiciente la stazione ferroviaria di Trieste. di RINO ALESSI la Repubblica 13 agosto 1995

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