ADDIO A SILVANO CARROLI, BARITONO DALLA VOCE POSSENTE

Veneziano di nascita, Silvano Carroli è scomparso ieri a Lucca, dove da qualche tempo risiedeva dopo il trasferimento da Roma, all’età di ottantun anni. Orfano di padre a soli sei anni, cominciò a frequentare l'oratorio della Basilica di San Marco, le esigenze familiari gli impedirono però di proseguire lo studio della musica. Decise di intraprendere la carriera di cantante lirico dopo aver conosciuto Luisa, sua moglie, toscana ed ex cantante. Ed eccolo iniziare a studiare professionalmente dopo essersi fidanzato con lei alla scuola del maestro Marcello Del Monaco a Treviso. Si perfezionò in seguito con il grande Mario Del Monaco. Nel frattempo fu ammesso alla scuola di formazione del Teatro La Fenice di Venezia, sotto la guida dei maestri Mario Labroca, Francesco Siciliani e Floris Ammannati. Iniziò con piccole partecipazioni, alla Fenice e nelle stagioni della Rai; il debutto ufficiale risale invece al 1963 quando sul palcoscenico veneziano fu il pittore Marcello in La bohème di Giacomo Puccini, sotto la direzione esperta di Oliviero De Fabritiis.
Già dal 1966 iniziò ad affrontare i più impegnativi ruoli del repertorio baritonale. Di Verdi interpretò, sempre diretto da Oliviero De Fabritiis, Ezio nell'Attila, con cui inaugurò la stagione 1966/1967 del Teatro Verdi di Trieste accanto a Boris Christoff. Per restare a Verdi fu spesso Jago in Otello, Renato in Un ballo in maschera, Don Carlo ne La forza del destino, Monforte ne I vespri siciliani, Giorgio Germont in La traviata, Simon Boccanegra, Macbeth, il protagonista e poi Zaccaria in Nabucco, Roger in Jérusalem, Pagano ne I Lombardi alla prima crociata con cui fu alla Scala con Gianandrea Gavazzeni, Amonasro in Aida.
Verdi a parte, il suo personaggio più richiesto fu Jack Rance ne La fanciulla del West di Puccini, di cui esiste incisione. Dell’autore lucchese eseguì con profitto Michele ne Il tabarro e, soprattutto, Scarpia nella Tosca, il personaggio forse più spesso accostato. Ne derivò una specializzazione cui lo destinava una vocalità potente e generosa che ebbe modo di farsi valere in personaggi come Alfio nella Cavalleria rusticana, Barnaba ne La Gioconda, Tonio nei Pagliacci, Gianciotto in Francesca da Rimini. Al Teatro dell’Opera di Roma gli affidarono però, inaspettatamente, Don Giovanni con la regia di Jérôme Savary, e ne uscì con onore; fu spesso Enrico nella Lucia di Lammermoor, e di Donizetti ebbe in repertorio anche Il Duca D'Alba. Lo ricordiamo al Verdi di Trieste, e poi all’Opera di Roma anche in Lohengrin sotto la direzione di Giuseppe Patanè nelle ultime rappresentazioni in italiano di questo lavoro wagneriano.
Lo ricordiamo anche, e con particolare esito, nel Gran Sacerdote di Dagon di Samson et Dalila di Camille Saint-Saëns in cui fu accanto a Irene Companez, la celebre cantante martinicana che perse misteriosamente una delle voci di mezzosoprano più promettenti degli anni Sessanta del Novecento.. Carroli collaborò con i maggiori direttori del Novecento, da James Levine a Carlos Kleiber, da Zubin Mehta, a Peter Maag, da Wolfgang Sawallisch, ai maestri della scuola direttoriale italiana come i già citati Gavazzeni, Patané e De Fabritiis, e poi Franco Capuana, Arturo Basile, Francesco Molinari-Pradelli giù fino a Bruno Bartoletti, Claudio Abbado e Giuseppe Sinopoli. In tempi più recenti, nell'agosto 2007 all'Arena di Verona ha aggiunto con successo alle interpretazioni baritonali quella di Zaccaria, cantando quindi come basso l’impegnativo personaggio verdiano, mentre esistono alcune registrazioni live dove Carroli canta anche nel registro di tenore. Il 2008 lo ha visto protagonista di due diverse produzioni della Fanciulla del West: a Roma, dove è stato molto presente, e al Convent Garden sotto la direzione di Antonio Pappano. Nel 2009 è stato Scarpia a Tel Aviv, sotto la bacchetta di Daniel Oren; Nello stesso anno è stato poi Amonasro a Verona Pur continuando l'attività artistica, Carroli si è dedicato negli ultimi anni soprattutto all'insegnamento presso la scuola per tenori della Fondazione Del Monaco. 5 aprile. Nelle foto dall'alto Silvano Carroli in Tosca e con Carlo Cossutta in Otello. di Rino Alessi bellaunavitaallopera.blogspot.com

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