Qualche cenno su IL FILOSOFO DI CAMPAGNA di Galuppi/Wolf Ferrari per l'esecuzione a Villa Gallici Deciani nell'estate del 2010, regia Vizioli, direttore Bressan, cast : Zaupa, Vitti, Natale, Giorgelè, Dalla Peruta, scene e costumi Rossi Jost

Il filosofo di campagna di Baldassarre Galuppi su un libretto di Carlo Goldoni (Venezia, 1754) costituisce uno degli esempi più celebri del teatro buffo di metà Settecento. Fu subito esportato in tutta Europa e conobbe, nel primo Novecento e per opera di Ermanno Wolf Ferrari, una popolare riduzione a intermezzo in due atti. E’ in questa versione che il dramma giocoso goldoniano sarà rappresentato nella splendida Villa Gallici Deciani di Montegnacco, come risultato del laboratorio teatrale del regista Stefano Vizioli. “L’operazione” spiega Vizioli “è molto interessante. Lo spettacolo si fa in un posto che non è un teatro. Questo mi aiuta a giocare in degli spazi diversi da quelli tradizionali e, quindi, più stimolanti. Il rapporto tra pubblico e interpreti è modificato. Non c’è la cosiddetta quarta parete del palcoscenico e l’azione si svolgerà tra il pubblico. I due atti saranno rappresentati in due spazi diversi.
Il primo nella barchessa della Villa, che è un grande porticato. Il pubblico sembrerà quello degli invitati alle doppie nozze che sono al centro dell’opera e sarà disposto nei tanti tavolini disposti di fronte al porticato. Un modo per coinvolgerlo direttamente nell’azione e, nello stesso tempo, per rimandare a quello che è l’utilizzo attuale della Villa, spesso teatro di feste di matrimonio. Nell’intervallo il pubblico incontrerà i giovani artisti, mentre noi andiamo a preparare il secondo atto che si svolgerà in un’altra parte di Villa Gallici Deciani.”. Il gelso è il filosofo: “un gelso meraviglioso rappresenta sia la campagna raccontata da Goldoni, sia la forza del protagonista, Nardo, ricco contadino, il filosofo di campagna del titolo che finirà per sposare la camerierina Lesbina. E’ sotto quest’albero che si svolge la seconda parte dell’opera.”. La scelta dei luoghi: “è stata una scelta emozionale. Abbiamo cercato gli spazi più consoni alla drammaturgia goldoniana rivisitata da Wolf Ferrari. La versione del musicista veneziano è una sorta di “pastiche” che condensa in un’ora e pochi minuti di musica le quasi tre dell’originale.
Due personaggi sono stati aboliti creando anche dei buchi nella drammaturgia dell’originale goldoniano, che è perfetta. Wolf Ferrari, nel dopoguerra, recupera Galuppi, veneziano come lui, mentre in Italia regna il verismo di Giordano e Mascagni. E’ un antesignano del recupero mozartiano che in Italia interverrà più tardi. Il suo gusto si appoggia a Goldoni ma con posizioni originali.”. Il laboratorio teatrale: “è il risultato di una selezione che si è tenuta a Udine e cui abbiamo partecipato sia io, sia il direttore d’orchestra Filippo Maria Bressan. E’ stata un’esperienza interessante. Gli elementi che si sono presentati per partecipare al laboratorio erano più di cinquanta e di primissimo livello. Ragazzi molto smaliziati e molto accurati sia nella preparazione musicale, sia in quella fisica. Al laboratorio partecipano, oltre ai selezionati per le recite, gli idonei. E’ un grande stimolo lavorare con questi giovani. L’energia dello spettacolo, che avrà pochi elementi scenografici, nasce dalla loro fisicità. E’ un lavoro di “training” psicologico e fisico sugli interpreti quello che mi porta a realizzare, in una cornice meravigliosa, quest’opera “goldoniana”.”. 11/05 Nelle foto, dall'alto, Andrea Zaupa e Francesca Salvatoreelli in prova, Stefano Vizioli a Villa Gallici Deciani, il Maestro Filippo Maria Bressan. di Rino Alessi bellaunavitaallopera.blogspot.com

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