UN SALUTO A ITALO GOMEZ, MUSICISTA E ORGANIZZATORE TEATRALE DI STRAORDINARIO TALENTO. I RICORDI DEL SUO PERIODO DORATO AL GRAN TEATRO LA FENICE

Con Italo Gomez, mancato da poco a Roccabernarda, nel Crotonese, in Calabria, dove si era ritirato da qualche tempo, scompare una delle figure musicali di punta nel panorama internazionale della seconda metà del secolo scorso. Direttore artistico del festival Autunno Musicale di Como per oltre quarant’anni, Gomez è stato così ricordato da Gisella Belgeri, che con il maestro ha condiviso il fenomeno di cambiamento più rilevante della Como culturale e musicale, dal 1967 ai primi anni Duemila: “Con molta tristezza dico addio al Maestro, come era chiamato da tanti artisti, collaboratori e tecnici; un grande personaggio della musica, dell’arte e anche della mia vita. Riposa in Pace, amico mio” ha scritto Belgeri sul suo profilo Facebook. Nato nel 1933 a Medellin in Colombia e giunto in Italia nei primi anni Sessanta, Gomez era stato consigliere dei Pomeriggi Musicali di Milano, assistente di Abbado alla Scala, direttore artistico per quasi un decennio della Fenice. Aveva studiato in Italia, e aveva creato moltissime iniziative di respiro internazionale.
Carismatico, geniale e anche discusso autore di progetti musicali che hanno avuto Como come punto di riferimento nazionale e internazionale Gomez era violoncellista e compositore di formazione. Si era diplomato al Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze con Pietro Grossi, che lo aveva avviato anche allo studio della composizione e gli aveva rivelato la musica elettronica. Fu tra i primi a promuovere la divulgazione della musica contemporanea in Italia fondando il complesso Società Cameristica Italiana, presente in tutti i più importanti festival europei. Come violoncellista a Italo Gomez furono dedicate molte opere dagli autori contemporanei, che eseguì in molti Paesi d’Europa con registrazioni radiofoniche e discografiche. Nel campo della musica orchestrale creò il complesso Orchestra Michelangelo di Firenze e poi l’Orchestra Symphonia di Como di cui assume il ruolo di concertatore. Entrambe le formazioni svolsero un’intensa attività concertistica in Europa, America, Asia, e Australia. Dal 1965, alla prassi strumentale Italo Gomez affiancò quella organizzativa delle attività culturali a Firenze, e quindi a Como. Curò con passione le programmazioni del Festival, esplorando un vasto campo musicale, non solo nella musica d’arte, ma anche nelle cosiddette musiche “alternative” e nella musica contemporanea, creando una rete di programmi che si sviluppò a livello locale, nazionale e internazionale. Dal 1966 la sua attività abbracciò anche Milano, dove Gomez fu Consigliere Delegato dell’ente I Pomeriggi Musicali, che diventò grazie a lui strumento primario della Regione Lombardia per la creazione del circuito lirico regionale, grazie all’associazione dei Teatri di tradizione lombardi. Fu Italo Gomez a creare un piano organico delle attività musicali e le leggi regionali lombarde, le prime apparse in Italia, peraltro ancora in vigore.
Nel 1977 Italo Gomez organizzò a Como il convegno internazionale Il Teatro d’Opera in Europa che promosse la presenza di Carlo Maria Badini in Lombardia: Badini, Sovrintendente illuminato del Teatro Comunale di Bologna, assumerà poi la carica di Sovrintendente del Teatro alla Scala. Con lui Italo Gomez entrò alla Scala con l’incarico dell’Organizzazione tecnico-artistica come assistente diretto di Claudio Abbado. Nasce in quegli anni di grande fervore culturale il progetto Milano Lombardia Musica che associa il Teatro alla Scala all’Orchestra RAI, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali e il Circuito Lirico Regionale. Dal 1979 al 1987 Italo Gomez fu direttore artistico del Gran Teatro La Fenice di Venezia collaborando con il Sovrintendente Lamberto Trezzini e il direttore musicale John Fisher. Fu membro altresì del Consiglio Direttivo della Biennale di Venezia ed esperto musicale per la Fondazione Levi di Venezia. E’ questo il Gomez che ricordo di più perché in quegli anni di frenetica attività il Maestro rivoltò un teatro di grande tradizione musicale come un calzino e lo trasformò in un’impresa culturale ad ampio raggio gestita in modo manageriale, con iniziative illuminate e illuminanti quali la creazione del Festival Danza Europa ‘81 e la costituzione della Compagnia Teatro danza La Fenice di Carolyn Carlson, che svolse un’importante attività internazionale dal 1980 al 1984 formando i coreografi italiani oggi più in vista. Programmò inoltre l’esecuzione integrale degli spettacoli di Teatro Danza di Pina Bausch. Con Luigi Nono la Fenice di Gomez creò Venezia Opera Prima ‘81-’82 che riunì intorno a sé i compositori italiani oggi più in vista e istituì una serie di gemellaggi internazionali fra Venezia e altre città in forma di reciprocità, creando il Festival Parigi a Venezia e in seguito Venezia a Parigi, poi New York a Venezia e quindi un Festival americano a Palermo e Napoli.
Mentre è in forza alla Fenice Italo Gomez opera in tutta la Regione Veneto e ne avvia un piano di coordinamento creando il Festival al Teatro Olimpico di Vicenza, imperniato sulla figura di Mozart. Da esso prese il via una diffusa attività internazionale grazie alla realizzazione di una copia del Teatro del Palladio, scenografia portante d’innumerevoli spettacoli, alcuni approdati anche al Teatro Verdi di Trieste. Innumerevoli le grandi produzioni operistiche che posso ricordare di quegli anni, a cominciare dal Don Chisciotte di Massenet che Gomez affidò alle cure musicali di Georges Prêtre e alla regia di Piero Faggioni che creò uno spettacolo che girò il mondo. Ruggero Raimondi era l’astro nascente della lirica internazionale e una creatura della Fenice e fu un Don Chisciotte memorabile sostenuto dal carismatico Sancho Pancia di Gabriel Bacquier e dalla fascinosa Dulicinea di Margarita Zimmermann, un’artista che Gomez predilesse. E poi? Come non ricordare la straordinaria Passione secondo San Giovanni di Bach cui Pier Luigi Pizzi diede forma liturgico-teatrale con la platea del teatro trasformata nella navata di una cattedrale. E, fiore all’occhiello dei tanti Carnevali fenicei dell’era Gomez, Il Pipistrello di Strauss diretto da Peter Maag e messo in scena da Giuliano Montaldo con un inedito Adolfo Celi nel cameo comico del carceriere.
Pizzi firmò anche un memorabile Parsifal wagneriano diretto da Gabriele Ferro che vide l’affermazione di Peter Hoffmann nel ruolo centrale e di Gail Gilmore che della sua ginnica Kundry fece una creatura dalle movenze feline. Daniela Mazzucato e Nicoletta Curiel furono deliziose in un Hänsel e Gretel di Humperdinck in italiano, cantato e recitato a regola d’arte in uno spettacolo che proveniva da Londra. E come dimenticare l’Onegin secondo Andrei Serban che rivelò il talento del compianto Dmitrij Horostovsky nel ruolo del titolo e in Tatiana, un’artista di casa nostra, Lucia Mazzaria che alla Fenice mosse i primi passi. Insomma, anni d’oro per la Fenice e anni d’oro per il pubblico che ne seguiva gli appuntamenti. Non a caso il Sovrintendente Ortombina ha voluto ricordare, con parole appropriate, il Maestro Gomez che, ricordiamolo, era Commendatore della Repubblica Italiana e Commandeur de l'Ordre des Arts et des Lettres in Francia. 15 maggio Nelle foto, Italo Gomez con Gisella Belgeri e, sotto, Pier Luigi Pizzi uno degli artisti più presenti alla Fenice nell'era Gomez. di Rino Alessi bellaunavitaallopera.blogspot.com

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