ADDIO AD ALBA BORELLI MORGAN, SOPRANO E DIDATTA INSIGNE, SCOPRITRICE DEL TALENTO DI UN NIPOTE DIVENTATO CELEBRE, FERRUCCIO FURLANETTO, E INSEGNANTE DI UN BARITONO SULLA CRESTA DELL'ONDA, SIMONE PIAZZOLA

Nata a Sacile nel maggio del 1925, Alda Borelli Morgan, soprano, ci ha lasciato pochi giorni fa alla bella età di novantacinque anni. Era la zia di Ferruccio Furlanetto, e a lei si deve la “scoperta” del talento lirico del nipote, che inizialmente non era attratto dalla musica d’arte. Solo per questo, le dobbiamo essere grati. C’è di più, pur avendo svolto un’intensa carriera che la vide tenere concerti per la BBC e per la RAI e interpretare personaggi di primo piano in molte opere del repertorio drammatico, Verdi soprattutto, da Nabucco a Il Trovatore, passando per Simon Boccanegra e Otello, ma anche Puccini (Tosca), Bellini (Norma) e tanti altri, è ricordata soprattutto come didatta. Alda Borelli Morgan studiò canto in Inghilterra per perfezionarsi in Italia alla scuola di Ettore Campogalliani. Nel suo Voci liriche del Friuli edito da Pizzicato, Bruno Rossi la definisce artista dotata di voce stupenda, severamente educata e controllata, penetrante in profondità nella psicologia dei personaggi. La sua Leonora fu annunciata come partner di Carlo Bergonzi nella stagione 1969/1970 del Teatro Verdi di Trieste in un Trovatore che segnò il debutto di Bianca Berini nella sua città. Dirigeva Carlo Franci e il Conte di Luna era Licinio Montefusco, mentre a Plinio Clabassi era affidato il personaggio di Ferrando.
Ricordo che, i commentatori segnalarono, all’epoca, il divario fra le voci maschili, molto note e apprezzate, e quelle femminili, poco note a Trieste, ma apprezzate altrove, nel cast che l’allora direttore artistico Luigi Toffolo aveva radunato. Era la tipica esternazione alla triestina, città dove tutto ciò che non accade fra le mura di casa, è trascurabile. Detto questo, il debutto al Verdi di Alda Borelli Morgan non ebbe luogo in quell’occasione, né in seguito, perché all’ultimo momento fu sostituita niente meno che da Antonietta Stella, per le prime due rappresentazioni e da Gabriella Tucci – che ascoltai -, per le ultime due del mio primo Trovatore dal vivo. Entrambi i soprani, Stella e Tucci, erano al debutto al Teatro Verdi di Trieste. Quanto alla ricostruzione della carriera di Alda Borelli Morgan che Bruno Rossi ci restituisce nel suo ponderoso volume, è sommaria e non cita che pochi appuntamenti, a cominciare da un concerto al Teatro Zancanaro di Sacile nel 1941 in cui la Borelli eseguì brani di Rigoletto e fu apprezzata sul “Gazzettino” che la recensì in modo lusinghiero: “Cantò con buoni mezzi vocali, perfetta intonazione e con grazia ingenua, conquistando il pubblico che le fu assai largo di meritati applausi”. In seguito, nel 1969 Alda Borelli Morgan fu nel cast di un’Elettra straussiana che il Teatro Comunale di Bologna presentò in italiano sotto la direzione di Eliahu Inbal, Floriana Cavalli era la bella protagonista, affiancata da Carmen Gonzales, Maria Pellegrini e Mirto Picchi. All’anno successivo risale l’apparizione della Borelli al Teatro Sociale di Mantova in Simon Boccanegra sotto la direzione di Loris Gavarini, accanto a Benito Di Bella, Angelo Mori e Giancarlo Luccardi. Vennero poi Otello, sempre a Mantova, Norma al Comunale di Adria, accanto a Mario Del Monaco, Il Trovatore al Teatro dell’Aquila di Fermo e via dicendo. Come dire, l’attività fu intensa ma concentrata in quelli che all’epoca erano i teatri della buona provincia. Vai a sapere perché non ci fu mai il salto in quelli di prima fascia.
Gli allievi, numerosissimi, che nella sua lunga esperienza di insegnante Alda Borelli Morgan formò, la rimpiangono. E’ il caso di Simone Piazzola, baritono oggi fra i più apprezzati, che sul suo profilo Facebook la ricorda commosso come una seconda madre. “Ho dovuto riflettere tanto... cerco di tenere il mio dolore, perché molti potrebbero dire, aveva novantacinque anni e non tutti ci arrivano a quell’età”, scrive Simone. “È vero, novantacinque anni sono un super traguardo, ma era la mia maestra di canto, la persona cui devo tutto quello che sono oggi come cantante e come persona. Sì! Perché io a undici anni con la mia bicicletta, poi a quattordici con il motorino e poi a diciotto con la macchina, andavo tutti i giorni a fare lezione di canto e ad ascoltare tutte le lezioni degli altri allievi, perché lei mi diceva sempre: Simone non venire solo per la tua lezione ma ascolta anche le altre, così senti anche le correzioni degli altri e impari più velocemente, poi stiamo tutti assieme come una famiglia.”. E ancora: “Eravamo tutti una famiglia dalla mia Maestra, il soprano Alda Borelli Morgan.
Era troppo bello... ogni tanto la scuola di canto della mia Maestra aveva da fare qualche concertino all’università della terza età o in qualche circolo lirico e allora ci mettevamo a casa della nostra insegnante e preparavamo con cura le nostre esibizioni, ci correggeva con tanta pazienza... E non posso dimenticare quando disse a mia madre: Signora questo ragazzino ha una gran voce, anche se ha undici anni, me lo porti che vediamo se ha la voglia e la costanza di studiare e soffrire. Sì perché quando si studia, si soffre quando non si riesce a plasmare la voce. Fu così che la mia Maestra da quel giorno non la lasciai più, andavo tutti i giorni, capitava anche che dormissi in studio quando si faceva troppo tardi e con la bici o il motorino era troppo buio per far la strada da Mantova a Verona. Tutti mi dicevano che non sarei mai riuscito a far un pochino di carriera ma lei assieme a mia madre mi dicevano che credevano in me, che sarei riuscito nel mio sogno e che ne erano certe, allora io m’impegnavo ancora di più.” Cosa può desiderare di più un’insegnante, se non essere ricordata così? Per la cronaca Alda Borelli Morgan creò presso il Teatro Comunale Mauro Pagano di Canneto sull’Oglio, in provincia di Mantova, l’Associazione a lei intitolata.
Edificato nel 1826 su disegno dall’architetto Giovanbattista Vergani, il Teatro Comunale di Canneto fu concepito in sobrie linee neoclassiche, la facciata presenta quattro mezze colonne in stile tuscanico alternate ai tre portali d’ingresso. L’architrave celebrativa in marmo riporta la dedica: AERE-SOCIALI-ANNO-MDCCCXXVI. L’interno, sviluppato su tre ordini di palchi con platea a ferro di cavallo, è riccamente decorato con allegorie e riferimenti a importanti musicisti. Nel ridotto del Teatro è conservato l’Archivio Mauro Pagano che custodisce oltre mille bozzetti del celebre scenografo e costumista, attivo tra gli anni Settanta e Ottanta del Novecento nei principali teatri d'opera italiani ed europei. La raccolta di disegni con scene e abiti è suddivisa per opere e rappresenta un atto di riconoscenza doveroso nei confronti della famiglia Pagano che ha donato al Comune questo patrimonio. Come dire, un Soprano che seppe riconoscere il bello e alla bellezza della voce dedicò tutte le sue energie. Riposi in pace. 24/06 Nelle foto, Alda Borelli Morgan in privato e sulla scena, in Il Trovatore e Cavalleria rusticana.In basso due immagini che la ritraggono con il baritono Simone Piazzola, suo allievo. di Rino Alessi bellaunavitaallopera.blogspot.com

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