HA PRESO IL VIA CON SUCCESSO AL RIDOTTO DEL TEATRO VERDI DI TRIESTE IL FESTIVAL "GLI AMORI DI LUDWIG VAN BEETHOVEN" IDEATO DA MASSIMO BELLI CON LA NUOVA ORCHESTRA FERRUCCIO BUSONI
Ha preso il via ieri sera a Trieste, in un'affollata Sala del Ridotto del Teatro Verdi, il neonato Festival “Gli amori di Ludwig van Beethoven” che, attraverso conferenze, letture delle lettere di Beethoven e l’esecuzione delle sue musiche, per la maggior parte composte nel periodo in cui frequentò il suo amore triestino, la giovane contessina Giulietta Guicciardi, e che forse da questa relazione furono influenzate, intende proporre al pubblico un itinerario eccentrico nella sfera sentimentale del compositore di Bonn. Un percorso tra gli affetti e gli amori del giovane Beethoven che legano il suo nome immortale a Trieste, dove Giulietta era nata e cresciuta prima di trasferirsi a Vienna e frequentare il Maestro, e ai molteplici e interessanti episodi che collegano il musicista e la sua fortuna al porto dell'Impero, che non visitò mai. A Giulietta Guicciardi è dedicata la splendida e celeberrima Sonata per pianoforte n. 14 in do diesis minore Op. 27 n. 2, nota col nome di Al chiaro di luna, che chiudeva, nella versione per orchestra d'archi, il primo dei quattro concerti in cartellone al Festival.
I rapporti fra Beethoven e le sue innamorate, come si sa, non furono facili. Insicuro del suo aspetto fisico, tra i primi corteggiamenti che gli studiosi attribuiscono a Ludwig van ci fu quello di Babette Keglevics, una sua giovane allieva, come più tardi Giulietta Guicciardi. Secondo la testimonianza del nipote della donna che descrive il Maestro ardentemente innamorato di lei, Beethoven l’avrebbe continuata a corteggiare anche dopo il matrimonio, in maniera alquanto stravagante, "andava a farle lezioni mattutine traversando la strada in vestaglia pantofole e berretto a punta". Alla contessa Keglevics, Beethoven dedicò svariati lavori. Tante le donne che seguirono, di solito per poco tempo, da Eleonore Breuning a Magdalena Willmann, che lo rifiutò definendolo "brutto e mezzo matto", da Giulietta Guicciardi andata presto sposa a un musicista di ambiente aristocratico per rispettare gli obblighi di ceto, allle sorelle Brunsvik, Thérèse e Joséphine, fino ad Anna Maria von Erdödy cui furono dedicate la Sonata per violoncello e pianoforte n. 4 in do maggiore op.102 n.1 e la Sonata n. 5 in re maggiore op. 102 n. 2.
Paradossalmente, le lettere d’amore forse più famose di Beethoven, le tre dedicate all’Amata immortale, - citate in articoli giornalistici, riviste, film, siti internet, - mai spedite e ritrovate dopo la morte di Beethoven tra le sue carte, insieme al documento noto come Testamento di Heiligenstadt, sono ancora “senza destinataria”.
All’enigma beethoveniano è stato consacrato nel 1994 anche un film biografico, Immortal beloved, in italiano Amata immortale, di Bernard Rose, regista non nuovo a soggetti musicali, incentrato proprio sulla ricerca post mortem, da parte del segretario ed amico che vuol farne rispettare le ultime volontà, della misteriosa donna. Nel film si trova una soluzione che nella realtà gli studiosi, come si è detto, ancora non hanno trovato.
Venendo però alla serata inaugurale del Festival beethoveniano di Trieste, ha avuto protagonisti la Nuova orchestra Ferruccio Busoni diretta da Massimo Belli, ideatore del progetto, con i solisti Claudia Mavilia, soprano, e Giovanni Bellucci, pianoforte. Il magnifico programma era interamente dedicato a musica di Ludvig Van Beethoven . Si è iniziato con una rarità, l'Aria per soprano e archi WoO92a “No, non turbarti” su testo di Pietro Metastasio. Un brano d'impianto settecentesco che rimanda a Mozart in cui la voce densa di vibrazioni e ricca di armonici della giovane Mavilia, s'incarica di restituirci una storia di tormenti amorosi con giusta partecipazione e grande senso dello stile, lungo arcate di suono modulate con sapienza a fronte di una dizione buona ma certamente perfettibile, soprattutto nel recitativo. A seguire, senza soluzione di continuità, il ben noto Concerto n. 4 per pianoforte e archi in sol maggiore, op. 58 in cui la Nuova Orchestra Busoni si metteva a disposizione del pianismo brillante di Giovanni Bellucci, il cui virtuosismo è a tutta prova e il cui suono, vivido, rivelava, nel confonto sonoro con l'orchestra, i deficit acustici connaturati alla Sala del Ridotto Victor De Sabata. Ciononostante l'esecuzione è stata seguita con grande partecipazione dal pubblico che è stato ripagato dall'illustre solista con un bis in cui la musica verdiana di Rigoletto era rivisitata dal genio di Liszt. In chiusura, una seconda rarità, la versione della Sonata Al chiaro di Luna per archi nella revisione di Jakub Kowalewski, abile, accattivante, certo non in grado di competere con l'originale per piano solo. Nel corso della serata Gualtiero Giorgini ha prestato la sua voce per farci apprezzare una lettera d'amore di Ludvig Van Beethoven. Come dire, una serata composita, sorprendente e in grado di accontentare un po' tutti i gusti beethoveniani del pubblico che, nel pomeriggio, aveva potuto seguire la conferenza “Beethoven. Quasi una fantasia” ovvero Carlo de Incontrera sui vari amori di Beethoven, su Giulietta Guicciardi e sui molteplici e interessantissimi rapporti del musicista con Trieste. Il Festival “Gli amori di Ludwig van Beethoven” gode di molteplici contributi, di cui il più importante proviene da Muggia dove è operativa da qualche tempo la Biblioteca Beethoveniana, una grande collezione privata che conserva testimonianze storiche e artistiche su Ludwig van Beethoven, le sue opere e il suo mito dagli inizi dell’Ottocento a oggi. Si tratta di una casa museo, fondata dalla famiglia Carrino in oltre quarant’anni di appassionate ricerche in tutto il mondo. Oltre undicimila elementi sono organizzati in dodici collezioni diverse esposte negli affascinanti ambienti della casa. La Biblioteca Beethoveniana ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti e menzioni internazionali, e sarà visitabile in concomitanza con lo svolgimento del Festival. di Rino Alessi
9/05/2024 di Rino Alessi
Info: www.orchestrabusoni.it Foto: Myairbridge bellaunavitaallopera.blogspot.com
Mi è piaciuta tantissimo questa tua recensione che, tra l'altro, mi ha edotto sugli amori beetowiani.
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