Inaugurazione in grande stile per la stagione lirica 2024/2025 della Fondazione Teatro Verdi di Trieste. Sala piena ed elegantemente infiorata, doppio inno - nazionale ed europeo - in apertura di serata. Il titolo, La Traviata di Giuseppe Verdi, è di quelli di richiamo, in questi ultimi anni è un po' inflazionato sul palcoscenico triestino, ma lo si ascolta sempre con piacere e la diretta radiofonica su RadioTre ha dato un po’ di visibilità all’avvenimento. L’allestimento di Arnaud Bernard che ne firma la regia con la collaborazione di Alessandro Camera per le scene, di Carla Ricotti per i costumi e di Emanuele Agliati per il disegno luci è nuovo e propone una lettura suggestiva del melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave ispirato al dramma di Alexandre Dumas figlio La signora delle camelie. La triste vicenda amorosa della sfortunata Violetta, alias Margherita Gautier, è vista non tanto come un sogno, ma come un vero e proprio incubo della protagonista la cui p...
Vicentino, Andrea Zaupa ha studiato canto nella classe di Rosanna Lippi e si è diplomato con il massimo dei voti al Conservatorio di Padova. Baritono, ha proseguito gli studi a Venezia con Sherman Lowe e si è perfezionato quindi alla Scuola dell'Opera di Bologna. Il debutto è stato casalingo, al Teatro Olimpico della sua Vicenza nel ruolo di Taddeo in L’Italiana in Algeri, Rossini, ottenendo un ottimo successo di pubblico e critica. Non si è più fermato, inanellando debutti e concorsi. Ottiene il quarto posto al primo Tour de Chant organizzato da Pippo Baudo e dalla rivista L’Opera su Rai1, vince il concorso Titta Ruffo e il concorso Silvano Pagliuca di Benevento. E’ stato a Benevento, era il 2008, che ci siamo conosciuti: gli era stato assegnato il personaggio di Slook ne La cambiale di matrimonio ma, per mancanza di fondi, la produzione fu soppressa. Gli consigliai, essendo membro della giuria, di presentarsi alle selezioni per Il Filosofo di campagna di Galuppi che il Piccolo...
A oltre cinquant’anni dalla sua ultima esecuzione sul palcoscenico triestino, il Teatro Verdi ha riproposto integralmente e con vivo successo il Trittico di Giacomo Puccini nell’allestimento già visto la stagione passata al Comunale Nouveau di Bologna. Impresa non da poco quella della Fondazione triestina che nelle ultime stagioni aveva abbinato Suor Angelica e Gianni Schicchi ad altri titoli del repertorio novecentesco, trascurando Il Tabarro, ossia il primo dei tre atti unici della trilogia in cui si rappresenta, da diverse angolazioni, il tema della morte. Ed è proprio l’atmosfera cupa e oppressiva di questo lavoro d’ambientazione parigina che il librettista Giuseppe Adami trasse da “La Houppelande” di Didier Gold, che meglio è restituita dal bello spettacolo firmato da Pierfrancesco Maestrini per la regia, con la collaborazione di Nicolas Boni per le scene, Stefania Scaraggi per i costumi e Daniele Naldi per il disegno luci. Un team che abbina ogni pannello del Trittico alle tre ca...
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