ADDIO AL TENORE CLAUDE HEATER, IL GESU' CRISTO DI BEN-HUR, CHE AL FESTIVAL DI SPOLETO IL REGISTA GIAN CARLO MENOTTI AVREBBE VOLUTO NUDO PER CANTARE TRISTAN UND ISOLDE DI RICHARD WAGNER

Era nato a Oakland, il 25 ottobre del 1927, è morto qualche giorno fa, lo scorso 28 maggio, all'età di novantadue anni Claude Heater, baritono e poi tenore dalle belle forme che Gian Carlo Menotti volle come Tristan nell’indimenticabile edizione spoletina del capolavoro di Wagner nella calda estate del 1968. Gigante della lirica, Heater – uomo prestante e longilineo – fu prestato, come molti suoi colleghi, al cinema ed ebbe una certa notorietà nel 1959 grazie alla sua apparizione nei panni di Gesù Cristo nel kolossal epico Ben-Hur, per la regia di William Wyler accanto a Charlton Heston. Il celebre cantante lirico statunitense è morto al St. Mary's Medical Center di San Francisco, in California, per cause naturali. A darne l’annuncio è stato The Hollywood Reporter. Diciassettenne Heater prestò servizio negli United States Marine Corps ed a diciannove divenne Missionario mormone per la Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni. Ventiquattrenne iniziò come cantante di musical al Broadway Theatre debuttando nel personaggio di Juggler alla prima assoluta di Top Banana di Johnny Mercer con Phil Silvers, l’attrice Rose Marie, Jack Albertson e Robert Scheerer. Nel 1952 fu il terzo componente del trio jazz alla prima assoluta di Trouble in Tahiti di Leonard Bernstein alla Brandeis University di Waltham, nel Massachusetts.
Su suggerimento di Bernstein Heater si trasferì in Italia per perfezionare lo studio del canto a Milano dove ebbe luogo il debutto lirico, nel 1954, nel personaggio baritonale di Sharpless, il Console americano a Nagasaki della Madama Butterfly pucciniana sul palcoscenico del Piccolo Teatro di Milano. Nel biennio successivo Heater si esibì come baritono lirico a Berlino, Würzburg e Basilea. Debuttò all'Opera di Stato di Vienna nel 1957 nel personaggio paterno di Giorgio Germont ne La Traviata accanto a Teresa Stich Randall. Nel 1959 sempre a Vienna è il bel Silvio in Pagliacci accanto a Jon Vickers e Wilma Lipp e sotto la direzione di Lovro von Matačić: un successo da diciannove repliche nella stessa stagione. Alla Wiener Staatsoper partecipò anche alla prima rappresentazione in loco di Les Dialogues des Carmélites di Poulenc, nel personaggio dell’anziano Marchese de la Force, in una compagnia stellare che allineava i nomi entrati nella storia della musica a Vienna di Irmgard Seefried e Christel Goltz, Anneliese Rothenberger e Anton Dermota.
Al Teatro alla Scala debuttò invece con Wagner, Tristan und Isolde, ma nel personaggio defilato di Melot, diretto da Karajan con Wolfgang Windgassen, Birgit Nilsson e Hans Hotter. Era insomma già un apprezzato baritono quando il direttore di produzione Henry Henigson fu colpito dal suo volto spirituale e dalla sua voce angelica. Fu così che Heater superò il provino della Metro Goldwyn Mayer entrando quindi a far parte del cast di Ben-Hur con Charlton Heston nel ruolo del protagonista. In quelle scene, l'attore appare sempre in campo lungo per non mostrare alcun dettaglio del volto di Cristo, come nel romanzo originale di Lew Wallace. L’attività baritonale proseguì nel 1961 alla San Francisco Opera dove fu Ashton in Lucia di Lammermoor diretto da Francesco Molinari Pradelli, accanto alla Stupenda, Joan Sutherland e a Renato Cioni, mentre in Sogno di una notte di mezza estate di Britten fu Demetrius accanto alla bella Mary Costa e a una Marilyn Horne agli inizi. Dopo il 1961, l'artista statunitense passò dal registro di baritono a quello tenorile studiando con Mario Del Monaco a Roma e poi con Max Lorenz a Monaco di Baviera e a Salisburgo. Come tenore debuttò alla Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera nel 1964, conquistando i favori del pubblico bavarese di cui diverrà un beniamino.
Anche come tenore, Claude Heater tornò alla Scala nel 1966 dove fu Erik in Il vascello fantasma di Wagner diretto da Wolfgang Sawallisch accanto alla storica Senta di Leonie Rysanek Al Festival di Bayreuth fu invece Siegmund in Die Walküre diretto da Otmar Suitner con Josef Greindl, Hotter, Dame Gwyneth Jones e Helga Dernesch e di nuovo Melot in Tristan und Isolde diretto da Karl Böhm con Windgassen, Martti Talvela, la Nilsson, Eberhard Wächter, Christa Ludwig e Peter Schreier. A parte le apparizioni scaligere, in Italia, fece epoca il suo aitante Tristan a Spoleto nell’estate del 1968 in coppia con la fascinosa Isolde di Klara Barlow, sotto la direzione di Oskar Danon alla testa dell’Orchestra stabile del Teatro Verdi di Trieste e per la regia di Gian Carlo Menotti. Le scene e i costumi, di raffinata bellezza, a firma di Pierluigi Samaritani, furono ammirati l’anno successivo anche a Trieste dove lo spettacolo fu replicato sotto la direzione di Luigi Toffolo. Isolde era la biondissima e longilinea Catarina Ligendza.
“Vorrei che Tristan e Isolde cantassero il loro duetto d’amore nudi” confidò il regista durante le prove. Naturalmente ciò non accadde, ma qualche anno più tardi fu proprio Menotti a proporre, sempre sul palcoscenico triestino, uno dei primi seni nudi su un palcoscenico d’opera nel Gallo d’oro di Rimskij Korsakov. A chi gli chiedeva se l’artista denudata fosse stata gratificata di un cachet più sostanzioso, Menotti rispose spiritosamente: “l’abbiamo pagata come se fosse una brava cantante.”. Ma per tornare a Claude Heater, il suo iter wagneriano proseguì in modo egregio nel1969 al Grand Théâtre di Ginevra dove diretto da Georges Sébastian fu Siegfried in Il crepuscolo degli dei. Nel 1970 si presentò anche al Gran Teatro La Fenice nell’impervio ruolo di Florestan in Fidelio. L’unica opera di teatro musicale di Ludwig van Beethoven. Oggi, però, lo si ricorda soprattutto per la sua apparizione cinematografica e che Gesù Cristo, di cui fu interprete, lo accolga tra le sue braccia. 8/06 Nelle foto in pagina, Claude Heater in versione musical e protagonista di Tristan und Isolde, nei panni baritonali di Scarpia, a Spoleto durante le prove dell'opera di Wagner con Gian Carlo Menotti e Klara Barlow, nei panni di Otello con lo Jago di Ramon Vinay. di Rino Alessi bellaunavitaallopera.blogspot.com

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