MASSIMILIANO E MANET: DA DOMANI E FINO A DICEMBRE ALLE SCUDERIE DEL CASTELLO DI MIRAMARE, ALLE PORTE DI TRIESTE, E' DI SCENA L'INCONTRO MULTIMEDIALE

Massimiliano e Manet, un incontro multimediale. E’ il sorprendente itinerario, “un’esposizione immersiva” come la definisce Andreina Contessa, che trasporterà migliaia di visitatori dell’incantevole Parco del Castello di Miramare di cui la signora è responsabile, all’interno di una storia intricata e impossibile. Per Édouard Manet, il grande pittore francese, l’assassinio di Massimiliano d’Asburgo fu una vera ossessione. Venuto a sapere della fucilazione dell’imperatore del Messico per mano dei ribelli guidati da Benito Juàrez, dedicò all’avvenimento ben tre dipinti di grande formato, più uno schizzo a olio e una lastra litografica. A centocinquant’anni dalla morte di Massimiliano, il Castello di Miramare che ne fu residenza e luogo di felicità, ricostruisce in un ricco viaggio multimediale “l’incontro impossibile” tra il grande pittore francese e il fratello cadetto del monarca d’Asburgo e Imperatore d’Austria e Ungheria, legato a doppio filo con la storia della residenza triestina. Fu proprio il principe imperiale e arciduca d’Austria, infatti, a far edificare il castello, da cui salpò alla volta del Messico dopo averne accettata, nel 1864, la corona e fu qui che le sue spoglie fecero ritorno, quattro anni dopo, a bordo della stessa fregata Novara.
Da domani, sabato 12 maggio, ricostruzioni teatrali, proiezioni, suoni, dipinti ripercorreranno la storia sfortunata e controversa di Massimiliano, insieme a documenti originali, lettere, giornali, libri d’epoca e agli scatti di François Aubert, l’unico fotografo autorizzato a immortalare il corpo dell’imperatore sul luogo della fucilazione. Con Manet come testimone speciale, ritratto nel suo studio parigino mentre s’informa e s’indigna insieme a gran parte dell’opinione pubblica europea per il ruolo svolto da Napoleone III nella vicenda: prima promotore dell’ascesa al trono dell’arciduca, poi disinteressato alla sua sorte al punto da ritirare le truppe francesi dal Messico. Nascono così i quadri della Fucilazione dell’Imperatore Massimiliano, di cui i visitatori del Parco e del Castello di Miramare potranno seguire l’evoluzione. Man mano che il pittore approfondisce la conoscenza dei fatti, solo per fare un esempio, i membri del plotone di esecuzione cambiano d’abito, abbandonando i panni borghesi per indossare la divisa dell’esercito francese: una chiarissima allusione alle responsabilità del Secondo Impero.
Se il volto dell’ufficiale dietro il plotone richiama quello di Napoleone III, tra i due generali ribelli Massimiliano finisce per assomigliare a un Cristo tra i due ladroni, sacrificato sull’altare dell’imperialismo francese. Impossibile non notare l’influsso della pittura spagnola di Goya, specie nella versione finale del dipinto, quella più grande e dal tratto più definito. Censurati dal Salon di Parigi e mai esposti finché Manet visse a causa della loro “vis polemica”, nell’allestimento di Miramare i quadri rivivono nel confronto con le video installazioni di due artisti messicani molto attivi, Calixto Ramìrez ed Enrique Méndez de Hoyos, intrecciando la prospettiva messicana con quella europea, il passato con il presente, la storia con l’arte. Prodotto da Civita Tre Venezie rappresentata da Emanuela Bassetti e da Villaggio Globale International, Manet e Massimiliano. Un incontro multimediale sarà in programma a Trieste, nelle Scuderie del Castello dal 12 maggio al 30 dicembre. “Ogni volta che vengo qua a Miramare eccomi a fare i complimenti per come questo sito, simbolo di Trieste come il Castello di San Giusto, è stato fatto risorgere” ha esordito l’Assessore alla Cultura del Comune di Trieste Lorenzo Giorgi aprendo la conferenza stampa che ha preceduto la vernice della mostra.
“Quello che ci è presentato” ha aggiunto “è un progetto che può dare conto del peso che la cultura e l’arte possono offrire per il futuro e lo sviluppo di Trieste. Arte e cultura sono gli elementi in cui va ravvisato il motore che, nonostante la sua posizione geografica decentrata, deve portare la città al centro dell’Europa e deve spingerci a fare sempre meglio.”. Alle sinergie e al lavoro di squadra ha dedicato il suo intervento Andreina Contessa, Direttore del Parco e del Castello di Miramare, che con Rossella Fabiani e Silvia Pinna è anche la curatrice della mostra e dei suoi testi che affiancheranno il video di cui Lorenzo Acquaviva, presente come anfitrione della vernice, è la voce narrante.
“E’ un’impresa intrapresa con un certo coraggio, una novità per Trieste e per il Museo del Castello. Il percorso unisce le vele spiegate del Novara che portò Massimiliano in Messico e le tele di Manet che, a Parigi, ne racconta la storia. E’ un modo” afferma Contessa “per raccontare in maniera diversa una storia che da Miramare, e quindi da Trieste, si spinge in Messico e a Parigi sempre restituendo la visione poetica che del sito a lui caro ebbe Massimiliano.”. Con quest’operazione culturale, in effetti, Miramare intende riscoprire e comunicare la sua stessa identità, permettendo di rivivere questo luogo magico e meta turistica privilegiata con una maggiore consapevolezza o semplicemente con uno sguardo “nuovo”, grazie a una messa in scena che racconta anche la fine di un’intera epoca e l’inizio del Novecento. Info: www.castello-miramare.it di Rino Alessi 11/05/2018 bellaunavitaallopera.blogspot.com

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