UNA GRANDE STORIA AMERICANA: RICCARDO MUTI DIRIGE I DUE CAPOLAVORI DI DVORAK. Domenica 12 luglio, alle 21.30 alla Rocca Brancaleone di Ravenna, la Sinfonia “Dal Nuovo Mondo” e il Secondo concerto per violoncello con Tamás Varga

È un messaggio di integrazione sociale quello dietro ai due capolavori sinfonici di Antonín Dvořák – la Sinfonia n. 9 “Dal nuovo mondo” e il Concerto per violoncello e orchestra n. 2 - in programma alla Rocca Brancaleone domenica 12 luglio, alle 21.30, con l'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini diretta da Riccardo Muti, solista Tamás Varga, primo violoncello dei Wiener per oltre vent'anni. Nel 1892 il compositore boemo fu invitato dalla mecenate Jeannette Thurber a dirigere il Conservatorio di New York, una delle prime scuole ad ammettere donne e afroamericani. Sotto la direzione di Dvořák, il Conservatorio diventò un modello di avanguardia e meritocrazia. Tra i suoi studenti anche il compositore afroamericano Harry Burleigh, che fece conoscere a Dvořák lo sterminato repertorio spiritual e dei nativi. Unendo i due patrimoni popolari - quello boemo e quello americano - nacquero la Sinfonia n. 9 “Dal nuovo mondo”, che nel 1893 debuttò con enorme successo alla Carnegie Hall, e il Secondo Concerto per violoncello, ancor oggi la composizione concertante per violoncello più eseguita e amata al mondo.
Il concerto, realizzato con il contributo di BPER Banca, è già sold-out, ma sarà in diretta streaming gratuita su ravennafestival.live (dove sarà fruibile on demand fino al 15 agosto) in collaborazione con Riccardo Muti Music. Lo storico legame di Riccardo Muti con gli Stati Uniti festeggia quest'anno due significativi anniversari: il decennale della sua investitura a direttore musicale della prestigiosa Chicago Symphony Orchestra e i quarant'anni dalla nomina alla Philadelphia Orchestra. A Chicago, dove ogni anno studenti, anziani e persone a basso reddito sono invitate a partecipare gratuitamente alle prove della CSO, Muti continua a lavorare per rafforzare il legame tra l'orchestra e la sua comunità. È lo stesso spirito che animò Antonín Dvořák quando a fine Ottocento ricevette l'incarico di dirigere il Conservatorio di New York da Jeanette Thurber, lungimirante patrona delle arti, convinta che per la neonata istituzione musicale fosse fondamentale la guida di un eminente musicista europeo. Da quell'incrocio di traiettorie e di esperienze ha tratto beneficio non solo quella generazione di studenti, ma anche la storia della musica. La Sinfonia n. 9 e il Concerto per violoncello in si minore n. 2 sono infatti i frutti più maturi della parabola artistica di Dvořák, ottenuti grazie alla mescolanza della tradizione sinfonica europea, Brahms in primis, con l'ascolto del melting pot culturale americano. Una lezione di convivenza straordinaria per quei tempi, tanto più necessaria in quelli attuali.
Nato a Budapest nel 1969, Tamás Varga è stato il primo violoncello della Filarmonica di Vienna per oltre venti anni. Si è esibito come solista con direttori come Christoph Eschenbach, Zubin Mehta, Andris Nelsons, Ádám Fischer, Seiji Ozawa, Giuseppe Sinopoli, Pinchas Steinberg e Michael Tilson Thomas. Insieme a quest'ultimo, condivide la profonda convinzione che una delle sue responsabilità fondamentali sia trasmettere conoscenza ed esperienza ai giovani musicisti. Varga tiene corsi di perfezionamento in tutto il mondo, dall'Australia al Vietnam, dal Giappone agli Stati Uniti.
Si esibisce regolarmente anche in importanti festival come musicista da camera (Wiener Festwochen a Vienna, Festival di Primavera di Budapest, Rheingau Music Festival e Festival di Salisburgo). Negli ultimi venticinque anni Tamás Varga ha registrato oltre trenta Cd per Camerata Tokyo, Naxos, Hungaroton, King Records e Cavalli Records. 11/07 Foto: Silvia Lelli Masotti, Katsumiro Ishikawa. Info: www.ravennafestival.org (COMUNICATO STAMPA) bellaunavitaallopera.blogspot.com

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