NATALE AL TEATRO VERDI DI TRIESTE: E IL CONCERTO DIRETTO DA EZIO BOSSO REGALA MOMENTI DI STRAORDINARIA FELICITA'

E’ tempo di festività natalizie e anche i teatri del Belpaese hanno capito che l’atmosfera di fine anno è propizia agli incassi e si danno finalmente da fare con programmazioni ad hoc. C’è chi si dedica all’operetta, chi ripresenta il classico Hänsel und Gretel di Humperdinck, chi – per chiudere l’anno - preferisce il balletto. E’ il caso del Teatro Verdi di Trieste che per le ultime serate di dicembre ha messo in cartellone Giselle di Adam facendola precedere, la sera dell’antivigilia, da un concerto di Natale straordinario, nel senso che straordinaria e fuori abbonamento era la sua programmazione, diretto e presentato da Ezio Bosso che ne è da qualche tempo il Direttore ospite principale. E’ stata una celebrazione laica del Natale: “Amo il suo essere trasversale a ogni religione” ha dichiarato Bosso “perché nel fondo è un augurio di buon nascere che non si nega a nessun bambino.” Ed eccoci trasportati in un Natale in musica d’autore in cui il maestro, per una volta, rinuncia a essere fra quelli in programma e si dedica a indagare “il rapporto che ogni compositore ha avuto con questa festa, da Ciaijkovskij che la amava come un bambino a Beethoven che la detestava ma ci si è ugualmente dedicato, dalla sacralità di Bach al racconto drammatico di Corelli.”.
Introdotto con sobria brevità dal Sovrintendente Stefano Pace, Bosso non ha lesinato apprezzamenti all’Orchestra e al Coro stabili del Teatro Verdi che he definito la sua famiglia. E il concerto, come un pranzo di famiglia nei giorni delle feste, vedeva sul palcoscenico infiorato di stelle di Natale la presenza più o meno consistente dell’Orchestra, in grande spolvero, che si restringeva nei brani a organico più ridotto per allargarsi a dismisura in quelli che ne richiedono uno più sostanzioso. Strutturato in due parti, la prima con la partecipazione solistica di Massimo Quarta, un violinista davvero straordinario, la seconda con l’intervento del Coro preparato da Francesca Tosi, il concerto si è snodato in modo molto scorrevole e ha coinvolto ed emozionato il folto pubblico che l’ha seguito. Pubblico, va rilevato, diverso da quello che abitualmente frequenta il Teatro Verdi di Trieste con molte presenze da fuori regione e numerosi giovani in sala. Come dire, oltre che un richiamo indiscutibilmente mediatico, la presenza pop di Ezio Bosso può rivelarsi un valore aggiunto nella gestione del teatro in tempo di crisi.
Il programma, in ogni caso, era accattivante ed è stato impreziosito da un sobrio contributo video che interveniva alle spalle dell’orchestra durante ogni esecuzione. Si è cominciato con il Concerto grosso op. 6 n. 8 fatto per la Notte di Natale di Arcangelo Corelli per proseguire con Mozart e la sua corsa sulla slitta, “Die Schlittenfahrt”, tratta dalle tre danze tedesche “Drei deutsche Tänze” KV 605. Due composizioni di folgorante immediatezza e brevità seguite dal Beethoven maggiore delle Romanze in Sol maggiore e in Fa maggiore Op. 40 e 50 in cui l’orchestra e il suo direttore si sono messi a servizio del virtuosismo di Massimo Quarta. Due romanze densamente poetiche che evocano la magia del Natale, la seconda anche a causa del suo utilizzo in pubblicità. Quarta, applaudito con insistenza, ha regalato al pubblico un virtuosistico bis kreisleriano.
Nella seconda parte, dopo l’omaggio a un grande classico natalizio, la Suite del balletto Lo schiaccianoci di Ciaijkovskij, si è proseguito con il Coro e con un altro grande innovatore della storia della musica, Héctor Berlioz di cui è stato eseguito il raro l’Adieu des bergers à la Sainte Famille tratto da L’Enfance du Christ. Di Bach, dall’Oratorio di Natale BWV 248, seguiva il gioioso Jauchzet Gott, locket auf, preiset die Tage e, in chiusura, il canto di Natale per eccellenza Stille Nacht di Franz Xaver Gruber. Un programma indovinato che Ezio Bosso ha condotto con sobrietà, oltre che con grande partecipazione emotiva. Ieri sera durante il concerto del Maestro Ezio Bosso, ha scritto sulla sua pagina Facebook uno dei dirigenti del Teatro Verdi, ho percepito profondamente che con il nostro lavoro rendiamo felici tante persone. E così è stato, più che un bel concerto, è stato un messaggio di pace e di speranza, come a Natale conviene, e di felicità infantile in attesa della storia tenebrosa di Giselle con cui il Teatro Verdi di Trieste chiude l’anno. Foto: Fabio Parenzan Info: www.teatroverdi-trieste.com di Rino Alessi 25/12/2017 bellaunavitaallopera.blogspot.com

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