Ricordo di Bianca Berini: 2 dicembre 1928,14 luglio 2004 , mezzo-soprano triestino di fama internazionale

Dopo quelle di Carlo Cossutta e Fedora Barbieri, un'altra grande voce triestina ci ha lasciato. E' quella di Bianca Berini, mezzosoprano di carriera internazionale come recitava lo scarno necrologio apparso ai primi di agosto su "Il Piccolo". E in effetti, la carriera di questa generosa artista triestina (era nata nella nostra città il 20 dicembre 1928) è stata di grande respiro internazionale.
Frequenti le sue presenze sulle maggiori ribalte europee, soprattutto in Spagna, al Gran Teatre del Liceu di Barcellona dove fu spesso accanto a Montserrat Caballé (in Aida o nell'Adriana Lecouvreur di Cilea) e dove ebbe la stima di Giacomo Lauri Volpi che la inserì fra le sue celebri "voci parallele", mettendola a confronto con Fiorenza Cossotto, numerose le stagioni a Berlino, Londra, all'Arena di Verona, in Francia, in Sud America, scarse viceversa le incisioni limitate - se si escludono registrazioni pirata di recite teatrali - al solo Requiem di Verdi che la vide solista dell'esecuzione consegnata al disco da Zubin Mehta per la CBS accanto alla Caballé, a Placido Domingo, a Paul Plishka. Un quartetto di tutto rispetto, non c'è che dire.
Verdi fu l'autore più frequentemente eseguito e Azucena (con cui debuttò nel 1969 anche al Teatro Verdi accanto a Carlo Bergonzi, Antonietta Stella e Licinio Montefusco ritagliandosi il successo più consistente nel corso di quelle recite de Il Trovatore), il suo cavallo di battaglia. Ma non solo, perché del suo repertorio verdiano facevano parte anche la Eboli del Don Carlo (con cui fu alla Scala con Abbado alternandosi a Shirley Verrett), Amneris nell'Aida (anche questa eseguita a Trieste in uno spettacolo di Giancarlo Menotti e diretto da Molinari Pradelli e poi alle Terme di Caracalla), Ulrica di Un ballo in maschera (ruolo del suo debutto alla Staatsoper di Vienna nel 1972). A Trieste la ricordiamo anche per la sua vigorosa Ortrud nell'ultimo Lohengrin in italiano andato in scena al Teatro Verdi, quando l'opera si trasformò, per l'indisposizione del protagonista Giacomini sostituito dal tenore tedesco Hermin Esser che la conosceva soltanto nella versione originale, in un'edizione bilingue e per la sua intensa caratterizzazione della Madre nella Maria Golovin di Giancarlo Menotti.
Dopo la formazione musicale, avvenuta a Trieste e poi a Milano nell'ambito dei corsi formativi dell'Aslico, Bianca Berini debuttò nel 1963 al Teatro Nuovo di Milano come Suzuki nella Madama Butterfly di Puccini. Subito dopo fu Lola nella Cavalleria rusticana di Mascagni accanto alla Santuzza di Magda Olivero al San Carlo di Napoli. Abbandonò ben presto quei ruoli secondari per Verdi, Cilea, Wagner, ma anche per l'Elisabetta della Maria Stuarda donizettiana (anche questa eseguita alla Scala) o, sempre di Donizetti, per la Seymour dell'Anna Bolena con cui fu, accanto a Katia Ricciarelli, nel circuito dei teatri emiliani.
E ancora Adalgisa nella Norma di Bellini, Laura ne La Gioconda di Ponchielli, per non dire di Carmen, di Dalila, di Charlotte nel Werther di Massenet. Dal 1978 al 1984 fu ininterrottamente al Metropolitan di New York alternando Amneris a Eboli, Santuzza a Dalila, Ulrica (con Pavarotti e la Ricciarelli diretta da Patanè reperibile in DVD) ad Azucena e non disdegnando il breve ruolo di Federica nella Luisa Miller verdiana. Al suo ritiro dalle scene, avvenuto di lì a poco, fu attiva come insegnante anche al Conservatorio Tartini di Trieste. di Rino Alessi settembre 2004 Amici della Lirica "Giulio Viozzi" di Trieste

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