DALL'ARCHIVIO DI REPUBBLICA 1984: L' OPERA PUNTA AL RILANCIO. Già all'epoca il Teatro della capitale faceva parlare di sé con apprensione

ROMA - Dieci titoli, sette opere e tre spettacoli di balletto, quattro nuovi allestimenti, quello dell' inaugurale Don Giovanni mozartiano (Savary-Maag), quello del Giulio Cesare di Haendel, in coproduzione con l' Opéra di Parigi, quello del Don Pasquale donizettiano che sarà portato in tournèe a Budapest, più, per il balletto, un nuovissimo Cavallino gobbo musica di Rodion Scedrin, coreografia di Brianzev.
L' Opera di Roma si presenta, per il 1984-1985, rinnovata ai vertici, piena di buoni propositi ("gli Enti Lirici devono essere sempre più organismi culturali sensu latu" spiega il sovrintendente Alberto Antignani), intenzionato a crescere di prestigio ("come teatro della capitale il nostro ruolo e differente da quello degli altri teatri, non bastano a qualificarci il buon titolo, il grande cantante, il grande direttore d' orchestra..." incalza il nuovo consulente artistico Gianluigi Gelmetti). Se, come tutti sanno, la situazione per gli Enti Lirici non è delle migliori, per l' Opera di Roma, secondo l' opinione del suo staff dirigenziale, "è superata la fase del travaglio fisico".
Il maestro Gelmetti che ne è consulente artistico dal giugno scorso si accinge a ricoprire ufficialmente, dall' ottobre del prossimo anno, l' incarico di direttore artistico e musicale. L' avvenimento sarà solennizzato dalla prima ripresa in tempi moderni del Demophoon di Luigi Cherubini, direttore lo stesso Gelmetti, regia di Luca Ronconi, protagonisti Montserrat Caballé e Veriano Luchetti. Maja Plissetskaja, che dal marzo scorso collabora con il Teatro dell' Opera come direttrice del corpo di ballo, sarà nella stagione entrante, più volte sulla scena. In Isadora, ad esempio, una coreografia che Roland Petit ha creato appositamente per lei, in Carmen Suite di Scedrin-Alonso, nella Phèdre di Auric-Lifar.
Alla direzione del coro Ine Meisters subentra a Gianni Lazzari e, per l' attività estiva alla Terme di Caracalla, il coro dell' Opera si avvarrà, in futuro, della consulenza di Romano Gandolfi. Gianni Quaranta assume la direzione degli allestimenti scenici, mentre ancora vaga è la situazione dell' ufficio preposto ai rapporti con la stampa, che pure si avvale già delle collaborazioni di Aldo Canale e Paolo Terni. Per il futuro il sovrintendente Antignani anticipa anche che l' attività dell' Opera sarà sempre più articolata in tre stagioni diversificate l' una dall' altra dal maggiore interesse al grande repertorio (quella invernale), da una particolare attenzione alla musica contemporanea e ai progetti speciali (quella autunnale), mentre d' estate, quella di Caracalla, sarà più che una stagione un autentico Festival.
Dal canto suo Gelmetti insiste sulla necessità di potenziare il balletto ("perchè chiamare il nostro Teatro dell' Opera, e non, come sarebbe giusto, Teatro dell' Opera e del balletto"), sull' importanza di lavorare al progetto di un' Opera Studio, "un modo per raccogliere nuovi talenti, farli germogliare e crescere nella maniera giusta". Un primo passo in tal senso viene proprio dall' opera inaugurale della stagione 1984-1985, Don Giovanni che sarà in scena a Roma dal 27 novembre sponsorizzato da Assitalia.
Una delle recite dell' opera di Mozart sarà affidata ai giovani allievi del Centro Sperimentale di Spoleto che lavoreranno e proveranno lo spettacolo con il direttore titolare, Peter Maag, e il regista Jerme Savary. Tutti i ruoli, escluso quello di Don Giovanni affidato per tutto il ciclo di rappresentazioni a Silvano Carroli, vedranno quindi alternarsi interpreti già affermati a cantanti poco più che debuttanti. Quanto agli altri titoli della stagione si tratta della ripresa della Traviata, direttore Maag, protagonista June Anderson, del già citato Giulio Cesare di Haendel diretto da Gabriele Ferro, regista Fassini, scene degli scultori Anne e Patrick Poirier, Montserrat Caballè e Margherita Rinaldi ad alternarsi nel ruolo centrale di Cleopatra, della Pèrichole di Offenbach ripresa dalla passata stagione, regista Savary, dell' Adriana Lecouvrier di Cilea che segnerà il ritorno a Roma di Raina Kabaivanska, del Don Pasquale di cui sarà protagonista Giuseppe Taddei, che festeggerà per l' occasione i cinquant' anni di palcoscenico, del Tannhuser di Wagner, direttore Gustav Kuhn nella produzione dello Stadttheater di Berna. In cartellone anche due concerti: quello dei Wiener Philharmoniker diretti da Lorin Maazel e quello di Josè Carreras, farà il suo debutto operistico a Roma, nella stagione 1985-1986, con l' Herodiade di Massenet accanto a Montserrat Caballé. Nelle foto: due momenti di Don Giovanni con regia di Savary, un ritratto di Montserrat Caballé e due immagini recenti di Gianluigi Gelmetti di RINO ALESSI La Repubblica 15 novembre 1984

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