OMAGGIO A GIUSEPPE PATRONI GRIFFI: 1985, E NELLA 'GABBIA' E' STATO RINCHIUSO UN UOMO OGGETTO

ROMA - Crisi del cinema vuol dire, per Giuseppe Patroni Griffi, essere rimasto lontano dal set per nove anni. E ripresentarsi a fine mese, al pubblico delle sale cinematografiche con un film, La gabbia scritto da Francesco Barilli, sceneggiato da Alberto Silvestri e Lucio Fulci, prodotto per la Visione Cinematografica da Ettore Spagnuolo, interpretato da Tony Musante, Laura Antonelli e Florinda Bolkan.
La gabbia è una coproduzione italo-spagnola, ed è stato girato fra Parigi e Madrid, dodici settimane di lavorazione. Patroni Griffi racconta di averlo fatto un po' per caso: nell' ottobre scorso si era trovato, d' improvviso, a dover rinviare di un anno lo Zio Vania cechoviano che si preparava a mettere in scena. Gli arriva la proposta del film con una storia già scritta e un attore, Tony Musante, già scritturato. Il soggetto gli piace, Patroni Griffi che lo aggiusta e lo rivede. Raduna il cast, che è un cast di attori "suoi", Musante e la Bolkan li ebbe in Metti una sera a cena, Laura Antonelli era con lui in Divina creatura.
E la Gabbia, cos' è la Gabbia Patroni Griffi? Sorride e risponde laconico: "è una stanza in cui una donna lega un uomo a un letto. E' una bellissima storia di oggi. Vent' anni fa non sarebbe stata concepibile. E' una storia che ha un grosso deterrente erotico a livello di storia propria più che di situazioni...". La storia, dunque: è quella del sequestro di un uomo da parte di una donna che è stata, in passato, la sua donna, e che lui ha lasciato. Lei decide di farlo soffrire a sua volta e per quattro giorni lo lega a un letto. E' lui, l' uomo, a diventare, per una volta, oggetto di desiderio sessuale. Patroni Griffi parla di questa storia come di una storia in cui "i freni inibitori sono crollati" e in cui il rapporto fra uomo e donna è un rapporto di grande violenza. La gabbia non ha nè vuole avere parentela alcuna con recenti film scandalo tipo La chiave. A scandalizzare, del resto, Patroni Griffi, è abituato fin dai tempi del suo primo film, Il mare: "Rondi, che era fra i selezionatori" racconta "fu il mallevadore del film che fu inserito nel programma di Venezia. Era il 1963. La storia era semplice: Capri d' inverno, l' isola deserta, un uomo che ha appuntamento con una donna che non arriva, una donna che viene per chiudere una casa, un adolescente che si intromette fra i due. Si solleva l' amore e non si sa se fra uomo e donna, fra donna e adolescente, fra uomo e adolescente". "Figuriamoci a quell' epoca... Contro il film tuonò il Patriarca di Venezia, Rondi, che l' aveva voluto, si tirò indietro, la sera della prima ricevetti un pacchetto avvolto nel nylon. Conteneva merda. Fu un disastro, il film fu fischiato dall' inizio alla fine. Per non dire poi degli exploits critici che provocò... A Milano, nel cinema dove era programmato, fu cancellato". Il mare, che era interpretato da Umberto Orsini e Françoise Prevost, ebbe invece successo ai Festival di Londra e New York. "A Oxford Street" racconta Patroni Griffi "tenni cartello per un anno". Da allora fra il cinema e Giuseppe Patroni Griffi non è che le cose siano sempre andate a gonfie vele: cinque titoli "tutti notevoli" spiega "e a sessantaquattro anni lo posso proprio dire. Anche se, secondo me, io faccio sempre lo stesso film, in Addio fratello crudele c' erano fratello e sorella, in Metti una sera a cena lei e due uomini... Del resto io sono uno che non riesce a scandalizzarsi. L' opposizione a un delitto io non la capisco: per me se uno uccide ha i suoi motivi e da un suo punto di vista può essere giusto così...".
Se il rapporto cinema-Patroni Griffi non è stato dei più prolifici ("e dire che in questi nove anni avevo scritto due soggetti: non ha avuto esito"), quello Patroni Griffi-teatro è stato molto intenso. In questa stagione, poi, Patroni Griffi lo vedremo, in palcoscenico, sia come autore che come regista. Autore della sua prima commedia, che è D' amore si muore,scritta nel ' 56 e rappresentata dai Giovani nel ' 58 ("fu in teatro, il primo successo di un autore italiano a livello di autori stranieri...") che sarà messa in scena da Aldo Terlizzi con Fabrizio Bentivoglio nel ruolo che fu di De Lullo, Massimo Wertmller in quello di Valli, Monica Scattini in quello dell' Albani e Edwige Fenech, debuttante, a prendere il posto di Rossella Falk. "La cosa che più mi fa impressione è vedermi rappresentato in costume: portare D' amore si muore ai giorni nostri sarebbe impensabile, bisognerebbe parlare di droga, di terrorismo, tutte cose che nel ' 56 nemmeno immaginavamo...". Regista, in teatro, Patroni Griffi lo sarà, in questa stagione dello Zio Vania annunciato e rinviato lo scorso anno. Produzione Artisti Uniti, nel cast Massimo De Francovich con Laura Marinoni, Luigi Pistilli, Giovanni Crippa a rimpiazzare Massimo Ranieri ("lui ha deciso di fare il varietà e dopo aver rifatto ancora una volta il guappo napoletano non potrà essere Astrov con noi") e Florinda Bolkan nel ruolo di Elena. di RINO ALESSI La Repubblica 11 settembre 1985

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