Non è un’opera, non è un’operetta, non è nemmeno un vero e proprio musical il Candide di Leonard Bernstein che ha chiuso la stagione 2024/2025 del Teatro Verdi di Trieste dove non era mai stato rappresentato. L’idea di tradurre in musica per il teatro popolare un capolavoro della letteratura polemica illuministica come Candide o dell’ottimismo di Voltaire venne a Bernstein e alla scrittrice Lillian Hellman un anno prima del trionfale successo di West Side Story. All’epoca si parlò di questo lavoro come di una sorta di rifacimento del Crepuscolo degli dei per opera di Rossini e Cole Porter: certo è che alla prima di New York nel dicembre del 1956 l’esito fu negativo tanto è vero che negli anni successivi Bernstein riprese più e più volte questa sua creatura teatrale affidandone la versificazione ad autori diversi dalla Hellmann. Nell’ambito di una produzione teatrale nel complesso limitata a pochi titoli, Candide spicca per le sue ambizioni ideologiche e letterarie, ma - come dire - no...
Inaugurazione doppia nel nome di Figaro con i capolavori di Rossini e Mozart in alternanza al Teatro Verdi di Trieste che ha aperto la stagione lirica 2025/2026 a ranghi dirigenziali finalmente completi. Riconfermato, dopo lunga attesa di ratifica da parte del ministero, il Sovrintendente Giuliano Polo che continuerà a essere affiancato da Enrico Calesso, guida stabile dell’Orchestra che in questi anni si è molto affiatata con il Maestro. A loro si aggiunge nel ruolo vacante di Direttore Artistico, Vittorio Vicari, già direttore artistico di Roma Tre Orchestra, un musicista ancora giovane e di belle speranze. A governare sul buon esito delle due nuove produzioni – il Barbiere rossiniano era però una rivisitazione dello spettacolo pesarese - era il decano del teatro italiano e internazionale Pier Luigi Pizzi, da tempo immemorabile assente dalle scene del Verdi e qui responsabile di regia, scene e costumi sia de Il Barbiere di Siviglia sia delle mozartiane Le Nozze di Figaro, primi due t...
A oltre cinquant’anni dalla sua ultima esecuzione sul palcoscenico triestino, il Teatro Verdi ha riproposto integralmente e con vivo successo il Trittico di Giacomo Puccini nell’allestimento già visto la stagione passata al Comunale Nouveau di Bologna. Impresa non da poco quella della Fondazione triestina che nelle ultime stagioni aveva abbinato Suor Angelica e Gianni Schicchi ad altri titoli del repertorio novecentesco, trascurando Il Tabarro, ossia il primo dei tre atti unici della trilogia in cui si rappresenta, da diverse angolazioni, il tema della morte. Ed è proprio l’atmosfera cupa e oppressiva di questo lavoro d’ambientazione parigina che il librettista Giuseppe Adami trasse da “La Houppelande” di Didier Gold, che meglio è restituita dal bello spettacolo firmato da Pierfrancesco Maestrini per la regia, con la collaborazione di Nicolas Boni per le scene, Stefania Scaraggi per i costumi e Daniele Naldi per il disegno luci. Un team che abbina ogni pannello del Trittico alle tre ca...
Commenti
Posta un commento