LEYLA MARTINUCCI ALLA CONQUISTA DI FALSTAFF: INTERVISTA CON IL MEZZOSOPRANO DI ORIGINI PUGLIESI IN SCENA A MIAMI NEL BARBIERE DI SIVIGLIA E PROSSIMA A DEBUTTARE IN QUICKLY NELLA REPUBBLICA CECA

Leyla Martinucci ha da poco festeggiato il compleanno, è nata il 23 luglio a Taranto in una famiglia che alla musica ha dato molto. Ci risponde al telefono da Miami, la voce però è già tonica, anche se si è alzata da poco. Deve mettersi in movimento presto perché è impegnata alla Lyric Opera in una nuova produzione di Barbiere di Siviglia, un’opera cui torna sempre con piacere e che l’anno scorso l’ha vista misurarsi con Rosina sia in Sicilia sia nell’estremo Nord Est d’Italia in un allestimento molto dinamico e colorato di Davide Garattini.
E’ reduce dal successo ottenuto nell'opera barocca o, per meglio dire nella serenata di Antonio Vivaldi La Gloria e Himeneo che l’estate scorsa ha rappresentato in prima mondiale a Villa Manin di Passariano e che quest’anno ha ripetuto al Teatro Olimpico di Vicenza con i Solisti Veneti: “Il maestro Scimone voleva affrontare questa partitura che per lui era nuova e mi è piaciuta l’idea di rifarla assieme e di proseguire una collaborazione ormai sedimentata.
Non è esattamente un lavoro nato per il teatro, ma la musica è molto bella e c’è una sorta di racconto per cui lo spettacolo che è stato creato ci sta. Gloria e Himeneo sono personaggi allegorici e si cimentano in questa celebrazione del matrimonio lontana dalle problematiche dell’attualità e per questo sempre attuale…”. Claudio Scimone e i Solisti Veneti sono una sorta di marchio dell’eccellenza Made in Italy “E difatti” precisa Leyla “il barocco italiano è più conosciuto all’estero che in Italia. Lo spettacolo che abbiamo realizzato è un prodotto Made in Italy che esporteremo in Francia dove è prevista una tournée e che torneremo a eseguire anche a Padova e in altre piazze italiane.”.
Appassionata di musica leggera e d'autore, artista di musical, per due anni è stata Esmeralda in Nôtre Dame de Paris di Riccardo Cocciante, cantante lirica dal repertorio eclettico che dal barocco passa a Rossini, Verdi, Bizet e non rifiuta l’ipotesi di misurarsi sul terreno della musica contemporanea, Leyla Martinucci è un vulcano: è possibile dedicarsi a generi così diversi? “Tutto quello che faccio, è in primo luogo teatro ed io vengo da studi di teatro. Incasellarsi in ruoli e generi chiusi è un concetto che non riscontro all'estero, in Italia invece non è ancora naturale pensare a un modo di stare in scena globale, che comprenda quindi diverse forme teatrali. Ogni spettacolo non può che trarre giovamento da un approccio creativo e sfaccettato, e in Italia abbiamo un grande potenziale in questo senso. Penso sia la chiave per far rinascere anche nelle generazioni più giovani l'interesse per la lirica. I tempi sono cambiati. Oggi il pubblico ha bisogno di uno spettacolo completo, con cantanti che siano al tempo stesso attori convincenti”. Attrice convicente Leyla Martinucci lo è, di Rosina il personaggio che me l’ha fatta apprezzare al Piccolo Festival del Friuli Venezia Giulia dice “E’ seria e romantica, ma anche buffa e comica. Vocalmente è molto maturata dall’anno scorso perché ho cominciato a seguire gli insegnamenti di Luciana D’Intino, preziosi per la mia maturazione vocale.”.
Di Carmen che ha appena affrontato allo Slezské Divadlo di Opava nella Repubblica Ceca, aggiunge “E’ un personaggio che non può che stravolgerti, impegnativo sia vocalmente sia interpretativamente. E’ sempre presente sulla scena, anche quando in palcoscenico non c’è. La voce deve essere a fuoco per interpretarla in modo convincente. E’ un personaggio che deve maturare ma che resterà e crescerà con me…”. Di Quickly nel Falstaff che sta per affrontare per la prima volta nella stessa sede, rileva la comicità scatenata non senza sottolineare che, essendo un ruolo di contralto va interpretato “con intelligenza. Anche la Gloria di Vivaldi canta nel registro di contralto. Io non lo sono e li canto senza stravolgere la mia voce, senza farmi male insomma.” Al teatro Leyla Martinucci si è accostata in giovane età iniziando lo studio della recitazione a Milano, dove è cresciuta, con Valentina Garavaglia e debuttando ragazzina nella pièce di Ionesco Un delitto a Villa Roung.
A tredici anni è il Pastorello nella Tosca al Teatro Comunale di San Severo, nella sua Puglia. Figlia d’arte, suo padre Nicola Martinucci non ha bisogno di troppe parole per essere elogiato avendo fatto una carriera lunga e importante, si è fatta le ossa nel mondo dell’opera interpretando piccoli personaggi, Kate Pinkerton in Madama Buttefly e il Paggio in Rigoletto a Lignano, la Sacerdotessa in Aida con i movimenti coreografici di Leda Lojodice e la regia di Hugo de Ana al Macerata Opera Festival. Nel settembre 2002 inizia la collaborazione con Peter Stein prendendo parte alla tournée internazionale di Penthesilea di Kleist, con musiche di Arturo Annecchino. Studia canto, danza classica e contemporanea, tip tap: una formazione completa. Lavorando tra Italia e Stati Uniti ha notato differenze nell'approccio del pubblico all'opera? “Il pubblico americano vuole godere dello spettacolo, forse con meno senso critico, ma con la voglia di ascoltare musica e vivere emozioni. I teatri sono pieni di giovani e famiglie. C'è una curiosità aperta, una considerazione molto alta nei confronti di musical e danza contemporanea e nessun pregiudizio verso l'opera. Forse c'è una maggiore genuinità che crea una particolare alchimia tra sala e palcoscenico.”. Non abbiamo detto niente a proposito dell’esperienza di figlia d’arte, ma essendo figlio d’arte anch’io so che il mondo del lavoro accoglie bene che l’arte l’ha nel DNA: “Ma pretende molto. Ed è pronto a distruggerti se lo deludi” aggiunge Leyla cui rinnoviamo gli auguri di buon compleanno e di divertirsi con Falstaff che dopo Opava porterà in tournée negli Stati Uniti alternando Quickly al personaggio di Maddalena in Rigoletto. Buon divertimento con Falstaff, insomma. Tanto, lo sappiamo che tutto nel mondo è burla! Info: www.leylamartinucci.it Le foto della produzione di "Barbiere di Siviglia" al Piccolo Festival FVG sono di Paolo Vitale di Rino Alessi 31/07/2017 bellaunavitaallopera.blogspot.com

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